The Grandmaster - Recensione

Film ambientato in Cina tra il 1936 e il 1953, racconta la storia del maestro d’arti marziali Chiu-Wai (Tony Leung, ormai alter ego del regista), noto anche come Ip Man e “docente” di Bruce Lee. La storia si snoda attraverso la guerra col Giappone, la nascita del kung-fu e una mancata e toccante storia d’amore con Gong Er (Zhang Ziyi). 8 anni di preparazione, 3 anni di riprese e 1 anno di post-produzione, numeri che danno il senso del gigantismo dell’opera. Wong Kar Wai plasma il wuxiapian a sua immagine, ed è subito trionfo del dettaglio (un bottone, sguardi rubati, il sangue che si mischia con la pioggia), mentre gesti e pose della lotta diventano poesia sposandosi con la struggente e patinata estetica del miglior melò.
Mi ha ricordato “C’era una volta in America” (qui recensione), e guarda caso verso la fine spunta uno dei temi di Ennio Morricone composti per il capolavoro di Sergio Leone. Un ottimo film, che soffre però di una narrazione confusa che il montaggio non aiuta, dilatandone i tempi; vista la magnifica regia e il comparto tecnico di altissimo livello era legittimo attendersi qualcosa di più “fluido”, ma la grazia stilistica e l’impatto visivo compensano e spesso incantano. VOTO 7+

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