L'intervallo - Recensione

L’altra sera su SKY ho recuperato questo piccolo film italiano, opera prima del regista Leonardo Di Costanzo, presentato l’anno scorso, fuori concorso, al Festival del Cinema di Venezia, ottenendo comunque consensi e premi. Trama: Salvatore (Alessio Gallo), ragazzotto quindicenne napoletano, che per vivere vende granite col padre, viene costretto dai malavitosi di un clan a sorvegliare la coetanea Veronica (Francesca Riso), reclusa in un enorme edificio abbandonato, in attesa di parlare con un boss locale. Cos’avrà combinato? Tra i due ragazzi, entrambi prigionieri di un mondo “altro”, s’instaura un rapporto profondo che man mano passa dalla diffidenza a una solidale empatia, unendoli in una fuga mentale dalle difficili condizioni socio-culturali.
Un’opera genuina e vera, recitata da attori esordienti in dialetto sottotitolato, che fa dell’improvvisazione la sua cifra stilistica e trova nella vibrante fotografia di Luca Bigazzi una suggestiva composizione visiva. A fine visione, per struttura, natura e budget rimane un piccolo film, ma a sorprendere e a renderlo grande è il felice equilibrio tra realismo e illusione, che regala echi “alla Truffaut” scrutando il “potere dell'adolescenza” e della fantasia, sospeso tra ribellione e accettazione. Consigliato. Voto 6/7

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