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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

I 10 film più belli ANNI '60 - Classifiche

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Dopo i 10 film più belli ANNI '70 , ’ 80 , '90 e '00 , ecco anche la mia CLASSIFICA dei migliori degli anni ’ 60 . Un decennio da ricordare soprattutto per l'alta qualità della produzione italiana....anni di rinnovamento, che hanno visto la nascita di una nuova generazione di autori. Spero questa TOP 10 sia l'occasione ideale per rivedere grandi capolavori e scoprirne di nuovi. Buona lettura.

Il gattopardo - Capolavoro

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Il film è tratto dall’omonimo romanzo scritto da Giuseppe Tomasi Di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958. La storia narrata si svolge tra il 1860, anno in cui Garibaldi giunge in Sicilia con la spedizione dei Mille, e il 1910. Il protagonista è l'aristocratico Don Fabrizio (Burt Lancaster) che dalla sua residenza di campagna di Donnafugata assiste impotente alle mutazioni sociali e al declino dell’aristocrazia. Decadenza simboleggiata dall’amore che sboccia tra il nipote Tancredi (Alain Delon) e la borghese figlia del sindaco Angelica (un’indimenticabile Claudia Cardinale). Al principe non rimane che dare un fastoso ricevimento e annunciare il fidanzamento. Nel 1963, Luchino Visconti dirige la sontuosa   versione cinematografica, realizzando un magnifico affresco storico di assoluta precisione e rigore estetico, arricchito da magniloquenti scene di massa. Il film è una fotografia storico-sociale dell’Italia dell’epoca e una lucida critica al radicato trasformismo della cl

La canzone del mare - Recensione

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Ben è un bambino irlandese che vive in un faro su un’isola, col padre Conor e la sorella Saoirse (si pronuncia Scirscia!). Il bambino è convinto che la morte della madre, spirito guida e deus ex machina della storia, dipenda dalla nascita della sorella. Ben non sospetta però che entrambe le parenti sono una selkie, cioè una mitologica creatura del mare in grado di trasformarsi in foca. La pellicola, quindi, col contributo di musiche soavi e intime, esplora anche l'incomunicabilità degli affetti familiari e i profondi e complicati sentimenti che li guidano. Poesia e magia si fondono con autentica ispirazione in disegni evocativi, tanto che in alcuni essenziali passaggi grafici si avvertono gli echi raffinati dello Studio Ghibli e del mitico Hayao Miyazaki : entrambi raccontano la cultura popolare con genuina etica ambientalista, trattando temi universali. L’animatore Tomm Moore reinterpreta la tradizione folkloristica irlandese con una direzione artistica stilizzata ma ricca di

2001: Odissea nello spazio - Capolavoro

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Negli anni ’60 lo scrittore Arthur C. Clarke e il regista Stanley Kubrick volevano comunicare al pubblico la meraviglia, la bellezza e la promessa della nuova era di esplorazione spaziale che si stava aprendo per la razza umana. Considerate che il primo allunaggio è successivo al film: risale, infatti, al 20 luglio 1969. I due autori danno così vita a un film MITO con molteplici livelli di lettura e interpretazioni sul suo significato; semplicemente il più grande film di fantascienza di tutti i tempi . La pellicola prende spunto da un racconto breve di Clarke, “La sentinella”, che parla della scoperta di uno strano oggetto sulla luna. Il tema principale è l’evoluzione : se l’uomo discende dalla scimmia, cosa ci sarà dopo l’essere umano? Si vede come la reazione nel passato dei primati, di fronte a una presenza aliena, sia la stessa dell’uomo oggi: stupore, paura e cambiamento. Il monolito è quindi una sorta di macchina del sapere che insegna alle scimmie che possono essere al

Tutti vogliono qualcosa - Recensione

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1981. Il giovane lanciatore Jake raggiunge il college a tre giorni dall’inizio delle lezioni. Lo aspetta la convivenza coi compagni della squadra di baseball dell’università, la nascita di nuove amicizie, l’amore e tanto sballo! 72 ore misurate da didascalie che scandiscono il conto alla rovescia verso l'anno scolastico. Dopo il vis à vis infinito della trilogia dei Before , e l’esperimento temporale di Boyhood * , Richard Linklater torna a raccontarci gli indimenticabili istanti vissuti di un altro microcosmo. Un racconto di vita che incede spontaneo, filtrato dalla poetica di un regista che ha il dono di cristallizzare il tempus fugit in una fluida linearità che diventa memoria. L'ossatura drammaturgica è volutamente esile, e la reiterazione di scene e situazioni evoca il vuoto di una generazione. I ruoli principali della storia si dividono in tre tipologie: Titolari, Matricole e l’esterno: l’aspirante Peter Pan Willoughby ** , alter ego dell’autore, che per una corret

Andrej Rublëv - Capolavoro

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Secondo lungometraggio, in bianco e nero , del regista russo Andrej Tarkovskij , che partendo dall’anno 1400 attraversa 23 anni di storia dell'antica Russia. Un poema epico strutturato su un piano temporale consecutivo, che fotografa un pezzo di vita, vissuta o evocata, di Andreij Rublëv, il più grande pittore d’icone della Cristianità. Non è però una biografia, l’artista è testimone e non protagonista. Attraverso le crisi spirituali, artistiche e la decadenza fisica e psicologica di Rublëv, il regista costruisce un affresco storico votato all’arte, dal profondo spessore drammatico e dal grande respiro epico. Il film è strutturato in otto episodi , oltre ad un prologo , e un epilogo a colori. Prologo : Le prese di coscienza non sono gradite dall’ordine divino, e l’autore lo mette in chiaro da subito. Vi si vede un uomo trasportato nel cielo da un’improvvisata mongolfiera e poi punito con la caduta per l’ebbrezza provata: “Sto volando!”. Un incipit allegorico che è

In nome di mia figlia - Recensione

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Nel 1982 la quattordicenne francese Kalinka Bamberski muore in Germania, dove soggiornava per un weekend con la madre e il nuovo compagno di questa, il dottor Dieter Krombach. Della morte viene avvisato il padre André (Daniel Auteuil), che letto il responso dell'autopsia, e consultati i documenti dell'indagine, nota numerosi elementi strani e inspiegabili. Il genitore denuncia il medico per omicidio. Sarà l'inizio della battaglia di un uomo solo contro tutto e tutti, che combatte con stoica perseveranza le storture della giustizia, e che dinanzi a mille fallimenti, non si arrenderà mai. Sconfinato amore paterno o ossessione? Il film è tratto da una storia vera , un fatto di cronaca nera molto noto in Francia.

8 ½ - Capolavoro

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Guido Anselmi (detto Snàporaz) è un famoso regista in crisi creativa. L’uomo rimane bloccato in un maxi ingorgo automobilistico che gli toglie il respiro, e nel quale tutti lo fissano in attesa di una sua reazione. Il sogno inziale già esprime tutta la confusione che aveva in testa Federico Fellini , balzato improvvisamente (tre anni prima con La dolce vita) alla notorietà internazionale. Comincia così un viaggio nell’inconscio dell’autore, mirabilmente sospeso tra sogno, realtà e fantasia. Un monologo interiore, nel quale l’artista rivela con sincerità tutta la paura di deludere le aspettative, spaventato dal suo stesso Io, dal suo passato e futuro . La pellicola rappresenta l’amaro struggimento di un provinciale (come si definiva), che grida al mondo la sua voglia e l'incapacità di comunicare. Il protagonista, interpretato da un elegante e sublime Marcello Mastroianni , è il perfetto alter ego del regista. Guido si divide tra una mite moglie (Anouk Aimée) e l’esuberante a

Psyco - Capolavoro

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Per poter sposare il suo amante, Marion Crane (Janet Leigh) ruba 40.000 dollari alla sua azienda. Inseguita da un cocciuto poliziotto, si trova costretta a rifugiarsi in un isolato motel gestito dal sinistro Norman Bates (Anthony Perkins). La donna scompare, e si mettono sulle sue tracce la sorella Lila (Vera Miles) e il detective Arbogast (Martin Balsam). Siamo a fine anni’50, Alfred Hitchcock è al culmine della sua creatività, ed è il più famoso e pagato regista. Hitch, in cinque anni ha girato almeno tre capolavori * , i suoi film sono una manna per il botteghino, ha una sua rivista mensile (A. H. Mistery Magazine) e una serie televisiva dedicata (A.H. Presents). Il “mago del brivido” è ormai diventato un marchio di fabbrica, prigioniero però della sua immagine e fama . Per tutta reazione, decide di girare un piccolo film più sperimentale e audace, in assoluta libertà creativa. Acquista i diritti dell’omonimo romanzo di Robert Bloch, e filma con soli 800 mila dollari, in 36 giorn

Warcraft - L'inizio - Recensione

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Il medievale regno di Azeroth sta per essere invaso da un’orda di orchi guerrieri guidati dal perfido Gul’dan. I due opposti mondi ospitano anche degli eroi che si vorrebbero opporre alla guerra, il cavaliere Anduin Lothar e il capoclan Durotan. E’ in gioco il destino di due popoli e delle loro famiglie. “O sei temuto o alimenti”. Un nuovo franchise action fantasy, tratto dall’omonimo videogioco creato nel 1994. La pellicola è diretta da Duncan Jones, figlio di David Bowie e regista di due piccoli cult sci-fi come Moon (2009) e Source Code (2011). Il film inizia con una soggettiva da orco che lascia presagire sia il punto di vista eletto dall’autore, ma subito il passaggio del portale riporta a uno sguardo oggettivo e a una visione umanista. Al centro del conflitto non c’è quindi l’azione, ma viene posto l’individuo, di qualsiasi razza esso sia, e il pesante prezzo che paga. Un cattivo c’é, ma manca la netta divisione tra Bene e Male, perché invasione fa rima con disperazione. L’op