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Visualizzazione dei post da novembre, 2009

Il nastro bianco - Recensione

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Palma d’oro a Cannes, il film di Michael Haneke (da vedere Funny Games, Niente da nascondere) è un rigoroso esercizio di stile, fotografato in uno splendido bianco e nero. Ambientato nella Germania del Nord, negli anni antecedenti la prima guerra mondiale, racconta la storia di una comunità rurale apparentemente perfetta, in cui misteriosi accadimenti, portano a galla ciò che le convenzioni sociali nascondono: il Male (morte, incesto, aborti,..). Un meccanismo da thriller, in cui non conta scoprire il colpevole, ma le origini dell’odio che genera mostri. Il registra prosegue la sua lucida analisi dell’umana crudeltà, sposando uno stile visivo che ricorda Bergman, in un racconto povero (volutamente) di emozioni, ma intenso, poetico e superbo nella forma. VOTO 8

Nemico pubblico - Recensione

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Michael Mann questa volta decide di raccontare la storia di John Dillinger, interpretato da un bravo Johnny Depp, e confrontarsi con un genere classico, il gangster movie; ovviamente a modo suo, cambiandone i limiti, variandone i tempi, contaminandolo. Il regista prova una strada nuova ma più tortuosa, scegliendo di riprendere temi e luoghi classici in un moderno digitale, di raccontare l’azione (rapine, evasioni, fughe) con l’algida precisione del cronista e non con l'epica da romanziere. Una narrazione in continuo equilibrio, che rischia di scontentare tutti, lo spettatore che cerca adrenalina troverà la noia, il cinefilo tutti i difetti del digitale: l’invasiva camera a mano, l’immagine che salta e oscilla. Ne esce un’opera che vive di contrasti, con meno azioni e più sens-azioni, forse più coraggiosa, che riuscita. Un film "sospeso", come il giudizio. Compiaciuto esercizio di stile o moderna rilettura di un genere? Ai posteri l’ardua sentenza... VOTO 7+

UP - Recensione

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Un protagonista ultrasettantenne, temi ponderosi, meno gag e più poesia. Ormai è chiaro che i film Pixar sono pensati più per gli adulti che per i bambini, questo non è un limite, ma anzi un valore aggiunto, i primi possono permettersi di volare ancora con la fantasia grazie ai cartoni animati, i secondi hanno la possibilità di crescere confrontandosi con temi e personaggi più interessanti rispetto alla media delle attuali produzioni animate. Si ride e si piange, tra mirabolanti avventure e sequenze struggenti, valorizzate da un 3D senza effettacci, usato non per far uscire oggetti dallo schermo, ma per far "entrare" lo spettatore nel film. Un film, da mettere tra le "cose da fare" con i propri bimbi, uno dei pochi che trasmettono dei valori. Cosa chiedere di più? VOTO 7+

Bastardi senza gloria - Recensione

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Tarantino ritorna ad "usare" il cinema, soprattutto quello di genere, plasmandolo a sua immagine; la novità sta nel fatto che qui adatta al suo stile anche la Storia (quella con S maiuscola), contrapponendo ebrei e nazisti, come se fossero due bande rivali, e dove i primi sono bastardi quanto i secondi. Quentin non ha mai sofferto di blocchi creativi, e complice il sacro fuoco della passione cinefila, da sfogo ad una libertà d’invenzione che meraviglia, commuove e fa sorridere. Tarantino colleziona citazioni (Sentieri Selvaggi, Vogliamo Vivere) e omaggi (Morricone), con la spontanea sincerità di un bimbo con la mano nel vaso delle caramelle, realizzando un’opera che sfugge ad ogni etichetta. Il regista ci consegna un altro grande film, ma il tempo ce lo restituirà per quel che è: un capolavoro. VOTO 8,5