Lo sconosciuto del lago - Recensione

Il film è ambientato in Francia, nei pressi di un lago frequentato dalla comunità gay, che nella pineta limitrofa si dedica al cruising. Franck (Pierre de Ladonchamps), habitué del luogo, tra rimorchi e ridicoli voyeur, stringe amicizia con il solitario e corpulento Henri e perde la testa per Michel. L’omicidio di un ragazzo, però, scuote l’ameno microcosmo, che sorpreso/sospeso tra eros e morte, coglierà l’occasione per una presa di coscienza? Opera diretta dal regista francese Alain Guiraudie, presentata con successo all’ultimo Festival di Cannes, dove ha vinto la Queer Palm.
La pellicola, vietata ai minori di 18 anni per il suo scabroso realismo, si spinge in zone sin qui non filmabili, con rapporti occasionali omosex espliciti, e un nudismo ostentato; permeata da un’aura mortifera e cupa, che sovrasta le malsane abitudini dei suoi protagonisti, come la brezza che scorre imperterrita tra le fronde, portando desideri e pericoli. Franck si ritroverà prigioniero e schiavo della pulsione sessuale, a scapito di etica, morale, salute e un valore profondo quale l’amicizia. Un thriller inquietante, con una regia abile nel costruire tensione sui segreti, le paure, e soprattutto le passioni, dei suoi personaggi: anime libere, ma senza libertà…VOTO 7,5

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