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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

Roma - Recensione

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Alfonso Cuaròn ci conduce attraverso un memoriale d’infanzia a Città del Messico nel 1970. A Roma, quartiere medio borghese della capitale, fotografato in un denso bianco e nero. Cleo, domestica indigena, passa le giornate a pulire e a crescere i figli di altri. Una protagonista ai margini della vita e dell’inquadratura. La ragazza vive in un microcosmo che ospita il riflesso di molteplici voli pindarici ingabbiati da geometrie emotive e panoramiche esistenziali. Fuori, invece, c’è la vita con tutta la sua brutale schiettezza, i suoi falsi miti, sociali e consumistici. La realtà oggettiva diviene percezione soggettiva, attraverso echi felliniani e suggestioni neorealiste, in un’opera totale. Cuaròn, infatti, è produttore, regista, sceneggiatore, fotografo e montatore ! Come nel liquido incipit, tutto scorre, e il viaggio è solo un riflesso che annuncia cambiamenti. La dissoluzione della famiglia è incombente ma inevitabile. Il regista la rappresenta con piani sequenza che accentuan

Mary Poppins Il ritorno - Recensione

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Senza indulgere in inutili paragoni con l’originale, “Mary Poppins Il Ritorno”, comunque, non mi è piaciuto. Quando ripenso a questo film, visualizzo una pellicola con sopra due dita di polvere. Un film nato già vecchio. Talmente retrò, da risultare demodé. A chi è destinato? Solo ai nostalgici. Un’opera che ha come unici canoni di riferimento, visivi e testuali, datati schemi del passato, sarà in grado di comunicare col pubblico più giovane del 2018? Guardando gli esigui incassi nel Nuovo Mondo, sembra proprio di no. C’è almeno una sola canzone da fischiettare all’uscita dalla sala? Complice un pessimo doppiaggio, nemmeno quella. Personaggi da cameo, con la profondità di una pozzanghera d’agosto, sprecano attori del calibro di Meryl Streep e Colin Firth . Emily Blunt è ufficialmente una delle attrici più sopravvalutate. La sua Mary scende dal cielo per intrattenere i piccoli Banks, mentre il distratto padre (bravo Ben Whishaw) cerca di salvar casa. Dell’educatrice che insegna a gr

Spider-Man: Un nuovo universo

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Da una grande famiglia derivano grandi aspettative. Lo sa bene l’adolescente afro-portoricano Miles Morales, che si trova a combattere contro tutte le insicurezze di un’età di passaggio. Finché un giorno il ragazzo non viene morso da un aracnide, diventando l’Uomo Ragno! Il solo e unico? No, perché un folle esperimento di Kingpin, intersecherà molteplici realtà parallele, mettendoci a conoscenza che esistono molti più Spider-Men di quelli che immaginiamo. 3 registi, 6 villain, 7 e roi, tanti stili grafici, dal più vintage (vedi pop-up) al più tecnologico (CGI). Un caleidoscopio travolgente, che incredibilmente, però,si dimostra coeso e solido. Merito del comune amore per l’arte del fumetto di tutto il cast. Il risultato è un’opera epica, appassionata e multi-strato. Basti vedere i background che riproducono la stereoscopia del 3D, invitandoci a molteplici livelli di lettura e ricordandoci la profondità del quotidiano che ci circonda. Il film non è dunque l’ennesima rappresentazione

Cold War - Recensione

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Nella Polonia del dopoguerra, la giovane Zula viene scelta per esibirsi in una compagnia di canti e danze popolari. La ragazza inizia una relazione col direttore del coro, il più maturo Wiktor. I due sono destinati a rincorrersi attraverso l’Europa, in costante fuga dal loro peggior nemico: la Guerra Fredda. Cold War è un cerchio perfetto, con una circonferenza lunga 15 anni (dal 1949 al 1964), che contiene tutto il caos di una storia d’amore impossibile. Se ognuno di noi è lo specchio del mondo che abita, e delle sue infinite variazioni, ecco allora che Wiktor e Zula si amano a Parigi, Varsavia, Berlino, in un eterno peregrinare attraverso nazioni, musiche e amanti, uniti da una passione tanto viscerale quanto distruttiva. Dopo l’Oscar per Ida (2013) Pawel Pawlikowski s’impone definitivamente come autore di riferimento. Il regista rende omaggio all’espressionismo visivo del miglior cinema muto, costruendo un quadro profilmico (formato 4:3) dalla maniacale composizione. Spesso