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Inception - Recensione

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Ritorna Christopher Nolan, il regista capace di far convivere, con ambigua visionarietà, spettacolo e intelligenza, tecnica e arte, con un’opera personale e complessa, da lui solo scritta e pensata. Come tutte le vere opere degne d’attenzione, fa discutere dividendo il pubblico tra detrattori e sostenitori; i primi si limiteranno alla trama: una spy story con un protagonista in fuga dai propri fantasmi, che di lavoro esplora/manipola i sogni altrui, o lo liquideranno come un freddo ingranaggio definendolo un “Matrix diretto da Kubrick, con poco CGI” (leggi effetti speciali); i secondi (a cui appartengo) vi consiglieranno la visione. Come in “Memento” una narrazione frammentaria e non cronologica, affascina e intriga, causando la perdita di orientamento dello spettatore, costretto a una visione “attiva”; se infatti, di solito, nei film sui sogni, i livelli in cui si muovono i protagonisti sono 2 (realtà e finzione), Nolan ne usa ben 5, introducendo anche due nuovi elementi: il sogno

Fantastic Mr. Fox - Recensione

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Tratto da un libro di Roal Dahl (La fabbrica di cioccolato), un colto divertissement d’animazione, realizzato in stop-motion, con estrema cura delle ambientazioni e dei personaggi: una meraviglia per gli occhi. Dal ritmo travolgente, ricco di gag, dialoghi esilaranti e momenti spiazzanti, racconta di famiglie problematiche, adolescenti frustrati, e di tutte quelle nevrosi che assillano l’odierna umanità. Il regista, Wes Anderson (da recuperare assolutamente il suo “I Tenembaum), fregandosene del genere di riferimento, decide di filtrare un racconto per bambini attraverso la sua personale visione, confermando con estrema coerenza gli elementi della sua cifra stilistica, cosa che invece non ha avuto il coraggio di fare Tim Burton nel recente “Alice in wonderland”. VOTO 7

Departures - Recensione

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Daigo, sensibile e immaturo violoncellista di Tokyo, causa scioglimento dell’orchestra, si ritrova senza lavoro, convince Mika, la moglie web-designer, a trasferirsi in provincia, a casa della madre scomparsa, qui dovrà fare i conti col passato e reinventarsi una vita, ma soprattutto, un lavoro. Un film “a misura d’uomo” che recupera il senso profondo dei sentimenti, e con pudore, sorprende per immediatezza, ed emoziona, senza essere melenso. Attori bravi, e un regista che riesce a far convivere, più toni e registri: pena e ironia, spessore e leggerezza; anche se forse è proprio la regia il punto debole dell’opera, preferendo inquadrature fisse e mancando di quell’originalità che forse portava al capolavoro. Vincitore dell’Oscar 2008 come miglior film straniero (Giappone). P.S.: Il film arriva ora nelle sale italiane, solo grazie ad una distribuzione indipendente, che merita, per lo sforzo, un riscontro da tutti gli appassionati di cinema: “andatelo a vedere!” VOTO 7+

Il profeta - Recensione

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Straordinario ed avvincente prison-movie francese, diretto da Jacques Audiard, un’opera magistrale: sceneggiatura curatissima, regia asciutta che coniuga forma e lirismo, montaggio serrato e interpreti bravi e intensi. Un viaggio di formazione nell’inferno dei meccanismi del potere, ma anche una potente riflessione sul male e la violenza, ambientato in un microcosmo che esaspera e riflette, le strutture sociali, di classe e religiose di una Francia ormai multietnica. Un film moderno, ma già classico, due anime per una sola parola: capolavoro! VOTO 8+

Lourdes - Recensione

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Diretto dall’austriaca Jessica Hausner, e interpretato da una superlativa Sylvie Testud, è un lucido trattato che non giudica mai, ma attraversa il luogo di culto del titolo con sguardo scettico, curioso, obbligando lo spettatore a porsi continue domande. Facile sarebbe stato prendersi gioco dell’anima commerciale di Loudes, fatta di pullman organizzati, processioni scandite da tempi stretti e bagni nelle piscine, qui invece si espone un racconto triste e sfaccettato, che indaga nell’animo umano, che si rivela ben poco divino e offuscato da antipatia, gelosia, invidia, e che quando si rivolge al personale ecclesiastico, riceve risposte inadeguate. Un piccolo grande film, assolutamente da non perdere VOTO 7/8

Lebanon - Recensione

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Opera israeliana, vincitrice del Leone d’Oro a Venezia, uno straziante racconto bellico, di un fatto reale, la prima guerra del Libano. Un film “sporco” e claustrofobico che costringe lo spettatore a “guardare” attraverso un oblò-mirino che spia/spara sulla/nella follia della guerra. Una costruzione visiva che predilige i primi piani e le emozioni – a volte calcando troppo la mano su quest’ultime – unico limite a un’opera forte e penetrante. Da recuperare. VOTO 7