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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Avengers: Age of Ultron - Recensione

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I vendicatori: Iron Man, Hulk, Thor, Capitan America, Vedova Nera e Occhio di Falco, vogliono distruggere gli ultimi avamposti dell’Hydra, ma è in arrivo un nuovo nemico, il malvagio robot Ultron, che vuole eliminare la razza umana aiutato dagli inconsapevoli e arrabbiati Quicksilver e Scarlet Witch, gemelli russi che hanno dei conti in sospeso con le Stark Industries. Tra combo zuffe fini a se stesse, un sequel che rinnega l’anima pop del primo capitolo per inseguire derive esistenzialiste d’accatto. E’ sconfortante come, tra dialoghi inutilmente pomposi e soporiferi, si tenti di dare anima ai tanti (troppi) personaggi, ottenendo però l’esito contrario: farli sembrar sottotono (vedi Iron Man…). Rispetto all'episodio precedente manca quella divertente (e divertita) leggerezza che faceva perdonare la sfacciata tamarragine di un blockbuster dal budget smisurato. Non parliamo poi dell’arroganza con cui spreca buoni attori (Andy Serkis, Aaron Taylor-Johnson), ma si sà, tutto è

The fighters - Addestramento di vita - Recensione

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Due ragazzi ventenni, il docile Arnaud e l’aggressiva Madeleine, si conoscono in spiaggia in una calda giornata d’estate, e si odiano a prima vista. Tra scontri verbali, e fisici, finiranno per innamorarsi….Se state pensando che si tratti della solita noiosa minestra, vi sbagliate di grosso! Con quest’opera prima, il giovane regista francese Thomas Cailley (classe 1980), ha fatto incetta di premi sia a Cannes che ai César (gli Oscar d’oltralpe), diventando subito oggetto di culto. Soggetto classico, e una sceneggiatura moderna che sorprende per verve creativa, i dialoghi acidi e l’abilità con cui propone contesti inediti, saltando con incredibile disinvoltura tra registri comici e drammatici. In più di una sequenza spiazza, come nell’uso improvviso di musica elettronica, o nel surreale sarcasmo verso il marketing, tanto grossolano quanto ambiguo, dell’esercito francese.

Mia madre - Recensione

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Margherita, regista impegnata, gira un film sulla precarietà del lavoro e sulla crisi economica che affligge la nostra società, ma contemporaneamente deve fare i conti con la malattia che sta uccidendo la madre. Margherita Buy, nei panni dell’alter ego di Moretti, è bravissima, e rende profondamente sfaccettato il suo omonimo personaggio, rappresentandone le debolezze: l’essere carente, non presente, inadeguato, confuso, in sintesi, il non accettare se stessi. Giovanni, invece, interpretato da Nanni Moretti, è posato, sereno e deciso, pronto a mutar vita. È forte quindi il tema del cambiamento, con l’invito chiaro a non perder tempo a chiedersi chi si è, ma dove si va. Proprio Berry, l’attore sbruffone interpretato da John Turturro, è forse l’emblema ideale della maschera che nasconde mille fragilità. Se la sceneggiatura a tratti può apparire discontinua, è anche vero che questo accresce il senso di smarrimento di protagonisti e spettatori. La chiave di lettura dell’opera però sta

Wild - Recensione

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Tratto da una storia vera. Nel 1995 Cheryl Strayed (Reese Witherspoon) percorre 1.600 km del Pacific Crest Trail, tra Messico, California e Canada. La donna attraversa foreste, deserti e paesaggi innevati, con l’obiettivo di ritrovare se stessa, e superare i dispiaceri famigliari e i pericoli di un’esistenza ormai allo sbando. Affrontare un percorso fisico e interiore le permetterà di vedere la vita da un'altra prospettiva… Non si tratta di una versione al femminile di “ Into the wild ”: se quello era un racconto di simbiosi con la natura, questo è di convivenza forzata, quindi il mood è meno paesaggistico (non aspettatevi immagini da cartolina) e più esistenzialista. Tra autodistruzione, lacrime e sacrifici, una storia di rivalsa, la cui linearità non lascerebbe mai pensare fosse scritta dal noto romanziere Nick Hornby…

Into the woods - Recensione

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Nuova produzione Disney , ed ennesima dai toni dark, si distingue però dalle precedenti per le nobili origini, il film è, infatti, tratto da uno show teatrale, che dal 1986, è uno dei maggiori successi di Broadway. La regia di Rob Marshall, già regista di “Chicago”, crea un bosco trafitto da fiabeschi spiragli luminosi, ma soprattutto pieno di zone d’ombra, come l’animo dei suoi personaggi. Musica elegante, ma non facile, non troverete ritornelli orecchiabili o motivetti da fischiettare a uscita sala, eppure, grazie alla qualità di scrittura suonano piacevoli. Chiaro, al pubblico è richiesta attenzione, orecchio e gusto, pena la noia. Scelte di casting coraggiose, ad esempio a dar volto a Cenerentola troviamo la brava Anna Kendrick, di certo un’attrice dalla bellezza non convenzionale. Come sempre, grande interpretazione di Meryl Streep che per questo ruolo ha ottenuto la sua diciannovesima (!) nomination all’Oscar, mentre fa una breve apparizione Johnny Depp nei panni del lupo c