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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Chiamami col tuo nome - Recensione

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1983. In un paese del nord Italia, Elio (Timothée Chalamet) è un adolescente che con placido ozio attende la fine dell’estate. Un giorno, il padre, professore universitario, è raggiunto da un suo studente. Si tratta di Oliver ( Armie Hammer ), 24enne americano, che affascina il giovane. Il regista Luca Guadagnino, tra citazioni TV pop e suggestioni etimologico-filosofiche, dirige ispirato e fiero immerso nei languori e nelle nostalgie anni ’80. Nemo propheta in patria : locuzione latina che calza alla perfezione all’autore siciliano, che a torto è sempre stato snobbato da critica e pubblico italiani. Ai suoi detrattori, consiglio di studiarsi con umiltà la geometrica perfezione del piano sequenza che ruota attorno a una statua al centro di una piazza. Elio e Oliver, come l’occhio dello spettatore, finalmente si muovono liberi e consapevoli di poter cogliere ogni dettaglio. Straordinaria prova di Chalamet, che emoziona anche con l’espressività del volto, ma recita, soprattutto col c

Tre manifesti a Ebbing, Missouri - Recensione

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Mildred ( Frances McDormand ) è una donna distrutta dal dolore e determinata a trovare l’assassino di sua figlia. Per ridestare l’attenzione sul caso e stimolare le indagini, fa affiggere tre cartelloni pubblicitari con, rispettivamente, una domanda, un’osservazione e un’affermazione. Parole pesanti come macigni che scuotono la comunità, lo sceriffo Willoughby ( Woody Harrelson ) e l’agente Dixon (Sam Rockwell). Se i Coen avessero un terzo fratello, sarebbe Martin McDonagh. Solo il regista inglese, con questo film, è riuscito a eguagliarne il talento nel dipingere la rabbia repressa e la spietata grettezza della provincia americana. Territori desolati dell’anima. Luoghi dove, per continuare a sperare, ti aggrappi anche all’ambigua visione utopica di un cerbiatto che appare e scompare in un attimo di solitudine. Una dark-comedy che, a sua volta, assurge a sfrontato manifesto del genere. Un’opera costruita su dialoghi brillanti e una sceneggiatura superba, che non si vergogna ma