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Visualizzazione dei post da novembre, 2012

Il sospetto - Recensione

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Lucas (Mads Mikkelsen) vive in Danimarca, ha superato i 40, è divorziato, ma sta provando a ricostruire il rapporto col figlio e inizia a frequentare una collega; il futuro sembra sorridergli, ma il destino incombe. La stupida direttrice dell’asilo in cui lavora, interpreta la fantasia di una bambina e la muta in un’accusa infamante: Lucas ha abusato della piccola Klara; nessuno ha prove certe, ma il sospetto contagia, con virulenta furia, il piccolo paese, rovinandogli la vita. Purtroppo, anche quando potrebbe prevalere il buonsenso, subentra l’ipocrisia di una comunità ottusa e resa cieca da una paranoia collettiva.

The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2

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Finalmente. L’ultima parte di uno dei successi più immeritati della storia del cinema. Dal 2008, anno del primo episodio “Twilight”, la saga ha macinato incassi, fidelizzato nuovi fans e trasformato l’inespressiva Kristen Stewart nell’attrice più pagata di Hollywood (sic!). Questa volta siamo alla resa dei conti, i vampiri buoni americani, aiutati dai licantropi, affrontano i vampiri cattivi italiani (i Volturi), con aggiunta di superpoteri: che quest’anno fanno cassa. Insomma, non manca nulla, dallo strip di Jacob (Taylor Lautner) ai baci tra Bella e Edward (Robert Pattinson) che invocano l’eternità, dalla bambina in pericolo, dal nome impronunciabile (Renesmee), alla maschera grottesca di un Michael Sheen, ai minimi storici di carriera.

Argo - Recensione

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1979. Il tirannico scià dell’Iran, scappa e si rifugia negli Stati Uniti. I seguaci di Khomeini invadono l’ambasciata USA e prendono in ostaggio tutti, tranne sei funzionari, che trovano rifugio nell’ambasciata del Canada. Come riportarli a casa? Fingendo di girare un film di fantascienza intitolato “Argo”. Ben Affleck si conferma più credibile come regista, e dopo il cult “Gone baby gone”, e il buon poliziesco “The town”, si lancia in una sfida ancor più ambiziosa. Un’opera che mischia rigoroso impegno, suspense e un pizzico d’ironia, supportata da un’ottima messa in scena e da un incalzante montaggio. Interessante anche la riflessione metacinema, su come la fabbrica dei sogni, ne “costruisca” di veri e utili.

Amour - Recensione

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Palma d’oro Cannes 2012. Due insegnanti di musica in pensione, Georges (bravissimo Jean-Louis Trintignant) e Anne (magnifica Emmanuelle Riva) vedono sparire la serenità, causa un ictus che colpisce la donna; da quel momento, sarà un crescendo emotivo umiliante, che spoglia di dignità e illusioni i due protagonisti. La sinossi del film, fa pensare subito ad altre opere prevedibili, che di solito finiscono a lacrime facili; non è così. La domanda, però, sorge spontanea: il sadico (come lo definì Moretti) regista austriaco Michael Haneke, cosa può aggiungere di nuovo? La risposta è: ovviamente, il suo duro e spiazzante sguardo. Da grande autore qual é, con estrema onestà e coerenza, mette da subito in chiaro toni e modi dell’opera, con un iniziale squarcio temporale sull’epilogo.