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Visualizzazione dei post da agosto, 2013

Quei bravi ragazzi - Capolavoro

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1955. Henry Hill (Ray Liotta), è un ragazzo di origini italo-irlandesi e sogna di diventare un gangster. Entra nella banda del boss Paul Cicero (Paul Sorvino), che gli affianca due dei suoi “bravi ragazzi”: Jimmy (Robert De Niro) e Tommy (Joe Pesci). Ben presto il gruppo malavitoso entra nel traffico di droga, e in un crescendo di violenza e paranoia, che porterà Henry in prigione e a collaborare con l’FBI. Il film è tratto dal libro scritto da Nicholas Pileggi, che raccoglieva le memorie del protagonista, ormai pentito e sotto copertura. Nel 1990 Martin Scorsese decide di trarne un film e di raccontare trent'anni di storia della mafia americana a New York, senza epica né romanticismi, ma in tutta la sua cruda e volgare ferocia.

Toy Story - Capolavoro

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A sua insaputa, i giocattoli di Andy vivono di vita propria, e il loro leader è il cowboy di pezza Woody, ma al suo compleanno il bambino riceve in regalo il tecnologico space ranger Buzz Lightyear che porterà scompiglio nelle dinamiche del gruppo, proprio alla vigilia del temutissimo trasloco. Gli scontri tra Woody e Buzz spaziano tra i più comuni sentimenti umani (gelosia, invidia, amicizia) e insegnano ad accettare la propria natura, ma il vero duello è tra vecchio e nuovo, e il film ci spiega che l’uno non può esistere senza l’altro… 1995 . L’ex animatore Disney John Lasseter , socio della company Pixar acquistata da Steve Jobs da una costola della ILM* di George Lucas, dirige il primo lungometraggio animato in computer grafica, guadagnandosi un posto nella storia del cinema.

Monsters University - Recensione

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Prequel di “Monsters & Co.” del 2002. I protagonisti sono ancora il verde ciclope nano Mike Wazowski e il peloso a pois James P. Sullivan detto Sulley. I due si conoscono al campus del titolo, e studiano per   diventare Mostri Spaventatori, ma a mettergli i bastoni tra le ruote saranno il severo Rettore Tritamarmo e le confraternite rivali. La Pixar made in Disney torna a stupirci con la sua insuperabile perizia tecnica, basta qui vedere la texture della pelle dei mostri o la fotografia, per rendersene conto.

Pulp Fiction - Capolavoro

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Opera del 1994 e capolavoro assoluto che Quentin Tarantino diresse a soli 31 anni . Palma d’Oro a Cannes e Oscar per la Migliore Sceneggiatura Originale, ma avrebbe meritato di più dall’Academy… Vero e proprio spartiacque e simbolo del cinema anni’90, che riscrive le regole del cinema di genere noir, rivoluzionandone tre elementi: struttura, dialoghi e personaggi. La prima, una grammatica circolare con destrutturazione temporale, che trova nel caos (apparente) creato dall’autore, una conclusione che combacia con l’inizio. Dialoghi logorroici e surreali, che pescano a piene mani dalla cultura pop, e vivono di vita propria, più sono ironici e più sono seguiti da scene di iperviolenza. Stravolge ruoli e situazioni, distruggendoli: gansters impegnati in conturbanti twist, boss sodomizzati, personaggi secondari che diventano protagonisti.

Gli spietati - Capolavoro

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1880. William Munny (Clint Eastwood), ex fuorilegge ora allevatore con pochi soldi e due bambini, sente della taglia di 1.000 $ messa da alcune prostitute per vendicare una di loro che è stata sfregiata. Decide di riprendere in mano il fucile e aiutato da Ned Logan (Morgan Freeman) e dal giovane Kid (Jaimz Woolvett) si dirige verso Big Whiskey, Wyoming. Sulla sua strada troverà però lo sceriffo Little Bill (Gene Hackman) che di certo non gradisce la loro presenza. Terzo western della storia* ad aver vinto l’ Oscar come miglior film , insieme a quelli per regia, attore non protagonista (Hackman) e montaggio. Se l’impianto registico adotta ovviamente un registro classico, così non è per narrazione e atmosfere, portatrici di una visione malinconica e romantica, ma realistica e quindi moderna, del genere.

Kick-Ass 2 - Recensione

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Nel 2010 uscì il primo capitolo ( qui recensione ) che colpì per violenza, realismo e folle ironia, diventando, da subito, un vero cult. Dopo un inatteso successo in sala e un trionfo in home-video tornano i nerd vestiti da supereroi più svalvolati dei cinecomics: Kick-Ass (Aaron Johnson) in conflitto col padre, Hit Girl (Chloe Moretz) in crisi adolescenziale e il cattivo più idiota dei fumetti Red Mist (Christopher Mintz-Plasse), ora Mother Fucker (!). Al vecchio cast si aggiunge il colonnello Stelle e Strisce, interpretato da un Jim Carrey sottotono e sprecato, che dà vita a un gruppo di supereroi, dal nome “Justice Forever”.

Hong kong Express - Capolavoro

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Film diviso in due episodi, entrambi ambientati nel centro commerciale Chungking di Hong Kong e con protagonisti due poliziotti. Nel primo l’agente 223 (Takeshi Kaneshiro), solo e abbandonato, nel giorno del suo compleanno si innamora “a caso” di una narcotrafficante/dark lady (Brigitte Lin). Nel secondo l’agente 663 (Tony Leung), lasciato dalla sua ragazza, non si accorge che ha fatto innamorare la cameriera del fast food in cui pranza, ma lei non rimane di certo con le mani in mano…Tutto ha inizio nel 1992. Wong Kar Wai inizia a girare il kolossal orientale “Ashes of time”. 1994. Le lunghe riprese si bloccano per alcuni mesi e il regista decide di occupare il tempo girando un piccolo film, con la disponibilità “occasionale” di tecnici e artisti.

Tre colori: Film Rosso - Capolavoro

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Ginevra. Una studentessa (Irène Jacob), modella occasionale, una sera investe un cane e lo riporta, ferito, al suo proprietario, il solitario giudice in pensione Auguste (Jean-Louis Trintignant), con l’”hobby” delle intercettazioni telefoniche. Ultimo capitolo della trilogia ispirata ai colori della bandiera francese, e al suo motto: Liberté, égalité, fraternité. Diretto nel 1994 dal regista polacco Krzysztof Kieślowski, purtroppo scomparso prematuramente due anni dopo. Artigiano del cinema (come si definiva lui, ma è riduttivo), e instancabile stacanovista, basti pensare che mentre girava “Film Bianco”, montava “Film Blu” e preparava questo. La regia è fluida e sicura, con qualche virtuosismo, e mantiene uno sguardo lucido che penetra l’intimità dei personaggi (e attori) svelandone l’anima e il mondo affettivo .

Il silenzio degli innocenti - Capolavoro

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Clarice Starling (Jodie Foester ), giovane recluta del FBI è incaricata di far visita in carcere a Hannibal Lecter, ( Anthony Hopkins ) psichiatra pluriomicida, per ottenere informazioni su un serial killer denominato Buffalo Bill che scuoia donne. Le ottiene, ma in cambio di uno scambio d’informazioni: ”quid pro quo, Clarice”. Il film doveva essere diretto e interpretato da Gene Hackman , che però una volta letto il copione lo bocciò perché troppo violento. Il produttore Kenneth Utt che aveva finanziato “Qualcosa di travolgente” e “Una vedova allegra... ma non troppo” diretti da Jonathan Demme , decise di affidare a lui la regia; quindi, un regista di sole commedie per un thriller-horror… Utt però la sapeva lunga e l’umanità di Demme si rivelò l’arma vincente per entrare nella psiche di personaggi così complessi. Per il ruolo di Clarice si era da subito candidata Jodie Foster, ma Demme propose la parte a Michelle Pfeiffer , che la rifiutò*. Una modesta produzione (solo 19 milioni $