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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

Oltre le colline - Recensione

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Alina e Vaichita sono due donne cresciute nello stesso orfanotrofio, e ora si amano, ma Vaichita ha scelto la strada del convento. Un bel giorno si presenta Alina per portarla via con sé, ma il suo amore sarà scambiato dalla comunità religiosa per un maleficio, con nefaste conseguenze. Cristian Mungiu, regia Palma d’oro per il capolavoro “4 mesi, 3 settimane e 2 giorni “ ( qui recensione ) prende ispirazione e storia da un fatto di cronaca del 2005, ambientandola nel microcosmo di un convento ortodosso, desolato e desolante, della Moldavia.

L'uomo d'acciaio - Recensione

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Diciamo pure che nelle ultime decadi il personaggio di Superman non ha goduto di gloria al cinema, ecco perché si è deciso un rilancio pilotato dallo stesso team creativo (Nolan/Goyer) che ha prodotto con successo il restyling di Batman, dando vita a un ennesimo reboot. Si parte sempre da Krypton, dove Jor-El (Russel Crowe) salva il figlio neonato Kal-El spedendolo sulla terra; qui sarà adottato da genitori umani (Kevin Costner e Diane Lane), ma dal passato emergerà minaccioso il Generale Zod (il sempre bravo Michael Shannon). Zack Snyder si conferma un ottimo visual artist in grado di comporre e costruire una sua solida e personale visione che di certo porta aria fresca al personaggio più vintage dei fumetti, che trova nel phisique du role di Henry Cavill, il giusto interprete. Felice l’intuizione del racconto a piani cronologici sovrapposti, che rende più snella la storia delle origini, ormai arcinota. Densa e avvolgente, inoltre, la soundtrack di Hans Zimmer che mescola toni dark

Into Darkness - Star Trek

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Il film è ambientato un anno dopo "Star Trek". L’arrogante Capitano Kirk (Chris Pine) si contende ancora la leadership dell’astronave Enterprise con il freddo Primo Ufficiale Spock (Zachary Quinto), ma dopo essere sopravvissuti a un attentato terroristico, uniranno le loro forze per catturare il perfido superuomo Khan (molto bravo Benedict Cumberbatch). Tratta dal più noto sci-fi televisivo creato nel 1966 da Gene Roddenberry, una nuova puntata del reboot omaggio, diretta ancora da J.J. Abrams in attesa di cimentarsi nei nuovi episodi di Star Wars “by Disney”.

Ballata dell'odio e dell'amore - Recensione

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Spagna 1937. Guerra civile spagnola. L’esercito interrompe lo spettacolo di un circo costringendo i pagliacci ad arruolarsi, il bambino Javier, figlio di uno dei clown, tenta di liberare il padre, ma nel tentativo il genitore muore. 1973. Javier da adulto trova lavoro come pagliaccio triste in un circo, s’innamora però dell’acrobata Natalia, già impegnata con il violento Sergio, il triangolo porterà a una follia efferata e deformante… Alex de la Iglesia, uno dei registi più talentuosi e visionari su piazza, sceglie l’allegoria circense per raccontare un periodo buio del suo paese, con molti rimandi cinefili: da Murnau a Hitchcock a “Freaks” di Tod Browning, ma anche “Il gobbo di Notre Dame” e a “La Bella e la Bestia”.

Qualcosa nell'aria - Recensione

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Parigi 1971. I giovani del dopo ’68, (“Après mai”, come recita il titolo originale) contestano i modelli tradizionali di una società/sistema attraverso proteste di piazza, libertà sessuale, free press e letteratura underground, in un’affannosa ricerca d’identità che porti a una rivoluzione culturale. Diretto da Olivier Assayas, è un film orgogliosamente autobiografico, non a caso il protagonista diciottenne Gilles è un evidente alter ego del regista, infatti, non ne viene mostrato il solo impegno politico, ma anche l’educazione sentimentale e il percorso artistico/professionale che coincide con quello del regista.

La bottega dei suicidi - Recensione

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Primo film d’animazione per il 65enne regista francese Patrice Leconte, che da noi in Italia ha rischiato il divieto ai minori di 18 anni, poi revocato a seguito proteste. Il cartoon è ambientato in una città grigia, oppressa dal maltempo e soffocata dal traffico, in cui lo sport preferito è togliersi la vita. Ad “aiutare” gli aspiranti suicidi c’è la bottega gestita dalla famiglia Touvache che offre ai clienti tutto il necessaire (corde, pistole, veleni, ecc) per farla finita, e il cui motto è: “Trapassati o rimborsati”. Il film usa un disegno dai tratti decisi e dai toni dark e grotteschi, che ricorda Tim Burton e i colori delicati di Sylvain Chomet .

Solo Dio perdona - Recensione

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Julian (Ryan Gosling) vive a Bangkok, in fuga da un passato violento, e dirige un boxing club che in realtà fa da copertura a un traffico di droga. Un giorno uccidono il fratello di Julian e la dispotica madre (Kristin Scott-Thomas) pretende vendetta, ma sulla loro strada trovano il poliziotto-assassino Chang (Vithaya Pansringarm). Nicolas Winding Refn, dopo l’exploit di “Drive” ( qui recensione ) e con una carriera in rapida ascesa, affina il suo stile e sfugge alle maglie strette del revenge movie attraverso un radicale mood estetizzante potente ma asettico, che ne esalta le indubbie doti registiche, a scapito però di attori e storia.

Take Shelter - Recensione

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Ohio. Curtis LaForche (Michael Shannon) vive in una casa immersa nel verde con la moglie Samantha (Jessica Chastain) e la figlia sorda Hannah. A spezzare la serenità familiare, si palesano delle allucinazioni su un uragano, che perseguitano Curtis rovinandogli salute, lavoro e vita sociale. Il giovane regista Jeff Nichols rappresenta con efficacia, attraverso immagini simboliche (l’inquietante stormo di uccelli), il senso di catastrofe ormai radicato nella società e nell'animo umano, che come richiama il titolo (Take Shelter-rifugiarsi) costringe a trovar riparo.