Molto forte, incredibilmente vicino - Recensione

Il giovane Oskar Schell (Thomas Horn), perde il padre Thomas (Tom Hanks) nell’attentato alle torri gemelle dell’11/09/2001, rimasto solo con la madre Linda (Sandra Bullock), troverà una misteriosa chiave, che darà nuovamente senso alla sua vita. Tratto dall'omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer, il film è diretto dal regista inglese Stephen Daldry (The Reader),  che con mano sicura, dirige con eleganza visiva e cura dei dettagli. Onore al merito al grande Max von Sydow, candidato all’Oscar per questa parte, che con pochi gesti, alza il livello qualitativo del film; peccato rimanga in scena per poco. Manifesta la volontà di storia e regia di puntare al cuore dello spettatore. Il problema è che lo fanno in maniera sfrontata, calcando spesso la mano sul melodramma, e cercando la lacrima facile.
Troppo insistito l’uso del flashback sul giorno della tragedia, e la sceneggiatura risulta banale quando cerca la metafora (l’altalena). Paura, solitudine, dolore, perdita, senso di colpa, non manca nulla, e tutto viene enfatizzato da una fastidiosa retorica spicciola, un po’ troppo. Difficile non emozionarsi, e poi non pentirsene...VOTO 5/6

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