Quei bravi ragazzi - Capolavoro

1955. Henry Hill (Ray Liotta), è un ragazzo di origini italo-irlandesi e sogna di diventare un gangster. Entra nella banda del boss Paul Cicero (Paul Sorvino), che gli affianca due dei suoi “bravi ragazzi”: Jimmy (Robert De Niro) e Tommy (Joe Pesci). Ben presto il gruppo malavitoso entra nel traffico di droga, e in un crescendo di violenza e paranoia, che porterà Henry in prigione e a collaborare con l’FBI. Il film è tratto dal libro scritto da Nicholas Pileggi, che raccoglieva le memorie del protagonista, ormai pentito e sotto copertura. Nel 1990 Martin Scorsese decide di trarne un film e di raccontare trent'anni di storia della mafia americana a New York, senza epica né romanticismi, ma in tutta la sua cruda e volgare ferocia.
Una regia dall’abilità tecnica magistrale, basti citare la potenza filmica dei mirabili piani-sequenza, che guida una macchina da presa lucida ma amorale, sospesa tra un realismo quasi documentaristico, il grottesco, e la visionarietà. Grazie anche al brillante montaggio di Thelma Schoonmaker che dà il giusto ritmo ai 146 minuti di durata, e a un uso perfetto della musica che si fonde con le immagini, il film non annoia mai. Uno dei migliori ganster-movie della storia del cinema, con sequenze che rimangono impresse nella memoria, grazie alla regia di uno Scorsese in stato di grazia. Leone d’argento alla Mostra di Venezia e Oscar strameritato a Joe Pesci.

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