Un padre, una figlia - Recensione


Romeo è un medico romeno con una sfera privata tutta al femminile: una moglie apatica, una madre sola e malata e un’amante insicura. A queste si aggiunge l’amata figlia Eliza, per la quale sogna un futuro migliore. Proprio il giorno prima di dare l’esame per il diploma, la ragazza subisce però un’aggressione. Il padre, per assicurarsi la tanto agognata borsa di studio, scenderà a compromessi, mettendo in discussione quegli stessi principi insegnati alla figlia. L’incipit è simbolico: un sasso infrange una finestra, e diventa la metafora perfetta per tutti quegli eventi imprevedibili che spezzano ogni equilibrio costruito con fatica. Se poi il vetro si ripara mettendoci una pezza, anziché sostituirlo, il parallelismo risulta evidente. Il regista Cristian Mungiu si conferma autore di un cinema nel quale l’elemento umano è al centro.

La sua camera pedina pazientemente il protagonista per poi scrutarlo mentre cerca un alibi etico alle sue azioni. L’uso costante di campi medi, inoltre, consente allo spettatore di mantenere la giusta distanza dai personaggi, permettendoci di sviluppare una visione intellettuale proattiva. Spunti di una trama gialla incombono su tutto il film, e amplificano quella tensione che spesso accompagna un padre di famiglia nel difficile ruolo di genitore. Un’indagine morale che partendo dai comportamenti del singolo individuo svela la corruzione sociale e politica attraverso una rete di legami sociali corrotti. Il monito è chiaro: chi antepone gli interessi personali al bene della comunità, non può continuare a sperare in un futuro migliore. VOTO 7  TRAILER




Scheda tecnica
titolo originale Bacalaureat
genere  drammatico
anno 2016
nazionalità Romania, Francia
cast Adrian Titieni, Vlad Ivanov, Maria-Victoria Dragus
regia  Cristian Mungiu
durata 128'
sceneggiatura Cristian Mungiu

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