Jason Bourne - Recensione


Nicky Parsons (Julia Stiles) ex collega di Bourne è ora una cyber pirata che ha rubato alla CIA informazioni riservate sul padre di Jason. Il direttore dell’agenzia (Tommy Lee Jones) si mette sulle loro tracce, aiutato da una giovane collaboratrice (Alicia Vikander). Il film diventa così una caccia all’uomo globale tra Islanda, Grecia, Roma e Las Vegas, e il protagonista braccato da uno spietato cecchino (Vincent Cassel). Torna Jason Bourne, l’agente smemorato interpretato da Matt Damon. Mai titolo, con solo nome e cognome, fu più onesto, perché questo nuovo capitolo offre giusto il pacchetto base, cioè tutto quello che ci si aspetta, e nulla di più. Alla regia torna Paul Greengrass, che è un gran professionista, con la sua dinamica e abile tecnica visiva rapisce lo sguardo, ma il granitico Bourne di Damon non suscita empatia e di conseguenza emozioni. La nuova trama procede per inerzia e il suo protagonista si adegua di conseguenza.
La storia è proprio poco interessante, i dialoghi ridotti all’osso, e più di uno snodo lascia perplessi per superficialità. Questo episodio non viene nobilitato nemmeno dal tema esistenziale della ricerca della propria identità o da una pseudo denuncia verso i social network che calpestano il diritto alla privacy. Un thriller spionistico dal fiato corto e un sequel superfluo e fuori tempo massimo, che riprende una storia ormai chiusa ben nove anni fa. Non basta un frammentario e subliminale recap nell’incipit per smuovere nuovamente l’interesse verso una vicenda conclusa. Una spy story convenzionale e prevedibile che non aggiunge, ma confonde, togliendo credibilità e spessore a uno dei personaggi cinematografici icona del nuovo millennio.  VOTO 6- TRAILER



Scheda tecnica
titolo originale Jason Bourne
genere  azione, thriller, drammatico, spionaggio
anno 2016
nazionalità Stati Uniti d'America
cast Matt Damon, Alicia Vikander, Tommy Lee Jones, Vincent Cassel
regia    Paul Greengrass
durata 123'
sceneggiatura Paul Greengrass, Christopher Rouse

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