Godzilla - Recensione



1999. Due scienziati scoprono nelle Filippine tracce di una gigantesca creatura, e nello stesso anno si verifica uno strano incidente in una centrale nucleare in Giappone. 15 anni dopo lo scienziato Joe Brody (Bryan Cranston) indaga ancora sulla vicenda, mentre il figlio Ford (Aaron Taylor-Johnson), marine palestrato, viene coinvolto nell’azione militare difensiva a San Francisco, dove giungono più mostri giganti...Dopo la terribile, e infedele, prima versione hollywodiana del 1998, firmata Roland Emmerich; torna al cinema il lucertolone radioattivo, portato sul grande schermo 60 anni fa da Ishiro Honda. La versione 2014 è diretta dall’inglese  Gareth Edwards, che nel 2010 ci sorprese con “Monsters”, uno dei più interessanti film sci-fi low budget degli ultimi anni. “Godzilla” è un disaster-movie, che ha il pregio di rispettare lo spirito e la mitologia della pellicola del 1954, conservando anche il sentito messaggio anti-nucleare e ambientalista.

Il mostro protagonista si rivela più sfaccettato di quanto ci si aspetti, e qui assume quasi un ruolo da divinità, più intenzionata a proteggere che a distruggere. La cura nella “psicologia” di Godzilla colpisce positivamente, ma va a scapito dell’intera sceneggiatura, che presenta situazioni puerili, tagliate con l’accetta, e personaggi monodimensionali, poco credibili. Dialoghi e ruoli, che sprecano attori come Juliette Binoche, Ken Watanabe e Sally Hawkins, i cui personaggi hanno i tempi e lo spessore, di una comparsa (sic!). Il film è un buon compromesso tra vecchio e nuovo, e rinnova il mito di Godzilla, che però, invece di mangiarsi i grattacieli, si divora trama e cast, lasciando un piatto digeribile, ma poco saporito. VOTO 6+

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