La sedia della felicità - Recensione
L'estetista Bruna (Isabella Ragonese) e il tatuatore Dino (Valerio
Mastandrea), commercianti in crisi e vicini di negozio, si ritrovano a dar la
caccia a una misteriosa sedia dal design etnico, che contiene un tesoro. C’è
anche un avido prete, Weiner (Giuseppe Battiston), sulle tracce dell’ambito
manufatto, chi la spunterà? Una commedia dolceamara ambientata in un Nord Est
che ride dei suoi luoghi comuni, e che non a caso, vede protagonisti un attore
romano e un’attrice siciliana. Siamo in un Veneto colorato e vivace, e il
film colleziona situazioni e personaggi sopra le righe, tra maghi, sensitive,
artisti montanari e un orso…
Il regista ci coinvolge con la sua personale e delicata poetica, fatta di momenti sentimentali e comici, che spesso sfociano nel grottesco, ma sempre legati a quel quotidiano, che sa raccontare con partecipazione. Questo è l’ultimo film di Carlo Mazzacurati, scomparso prematuramente lo scorso 22 gennaio, che riunisce per l’occasione tutta la sua famiglia artistica, qui impegnata in brevi apparizioni. Il regista si congeda così dal suo pubblico, e ci saluta con un sorriso, genuino e generoso, come il suo cinema. VOTO 6+
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