Anna Karenina - Recensione

1874. Russia imperiale. Anna Karenina (Keira Knightley) è sposata con un importante funzionario governativo Karenin (Jude Law), ma s’innamora del giovane ufficiale Vronsky (Aaron Taylor-Jhonson), la sua reputazione e posizione sociale ne usciranno distrutte. Tratto dal romanzo fiume, capolavoro di Lev Tolstoj, la pellicola diretta dall’inglese Joe Wright, aveva tutti gli ingredienti per essere il classico film in costume, costruito su eleganti manierismi e sorretto da una polverosa messa in scena.  Invece, il regista ci sorprende per estro visivo, e grazie a una splendida e dinamica scenografia, che diventa protagonista, enfatizza drammaturgia e pathos.
Tutto il comparto tecnico, tuttavia, è di prim’ordine: fotografia, costumi e la magnifica colonna sonora del nostro Dario Marianelli. L’ultima parte, a mio avviso, avrebbe meritato una direzione più creativa e attenta alle sfumature, ma il climax narrativo, comunque, coinvolge appieno lo spettatore. Un trionfo del romanticismo, mai banale, per uno script che vibra d’intensità, e costruisce il palcoscenico ideale su cui far scontrare l’esplosione della passione con l’implosione delle regole di una società ipocrita. Ne esce la descrizione di un mondo, in cui è d’obbligo recitare una parte: il crudele teatro della vita. VOTO 7+

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