Les amours imaginaires (Heartbeats) - Cult


Secondo film di Xavier Dolan, regista enfant prodige franco-canadese, che ha auto-prodotto e diretto quest’opera a soli vent’anni. Sinossi: Montreal. Francis (lo stesso Dolan) e Marie (Mona Choukri) sono due amici inseparabili, che diventano rivali in amore. Entrambi, infatti, perdono la testa per Nic (Nils Schneider), viziato biondino dai lunghi boccoli. Sarà l'inizio di un ossessivo duello senza esclusioni di colpi per attirare l'attenzione dell'amato, e lo spunto ideale per piacevoli gag. La struttura narrativa è scandita da finte video-confessioni sull’amore e valorizzata da una personale composizione visiva, con sequenze musicali in slow-motion; su tutte, una struggente “Bang Bang” in italiano, nella versione di Dalida. Il film può contare, di fatto, su una soundtrack pazzesca, con tracce selezionate da “DJ Dolan”. Certo la sceneggiatura percorre strade già battute, le ambizioni sociologiche spesso rimangono tali, ma la regia contiene tutto l’irresistibile stupore di uno sguardo ancora acerbo.

Questo duplice colpo di fulmine con immaginario triangolo è condito da una fresca vena comica anche nei momenti più mesti. Si assiste, inoltre, a una maturazione esperienziale nei protagonisti, le cui sofferenze amorose porteranno a una maggior consapevolezza emotiva. Indimenticabile la scena del breve ma intenso confronto finale fra i tre: da cineteca! E prima dei titoli di coda, un cameo-cult…che non svelo ;-). Una pellicola underground, purtroppo non ancora doppiata nella nostra lingua, ma disponibile in versione sottotitolata. Un ottimo senso estetico, una trascinante leggerezza e il frivolo tono queer lo rendono un film assolutamente da (ri)vedere. VOTO 7   TRAILER


Scheda tecnica
titolo originale Les amours imaginaires
genere commedia, sentimentale
anno 2010
nazionalità Canada
cast Monia Chokri, Niels Schneider, Xavier Dolan
regia  Xavier Dolan
durata 95'
sceneggiatura Xavier Dolan




Commenti

Post popolari in questo blog

Aquaman - Recensione

Se la strada potesse parlare - Recensione

Wolverine: l'immortale - Recensione