Le streghe son tornate - Recensione


Un branco di disperati, mascherati da artisti di strada, rapina un Compro Oro nella centralissima Puerta del Sol a Madrid. Dopo un rocambolesco inseguimento con la polizia, si ritrovano a Zugarramundi, paesino ai confini con la Francia, abitato da streghe. Il regista basco Alex de la Iglesia, il cui capolavoro rimane “Ballata dell’odio e dell’amore”, crea un’opera sopra le righe come sua abitudine, che alterna momenti comici ad altri splatter. Nella prima parte, quando gioca coi generi del cinema (melodramma, horror, commedia) de la Iglesia si trova ingabbiato in qualche prevedibile schematismo, che nemmeno le trovate della componente visiva riescono a celare, mentre nella seconda, la sua energia creativa e contagiosa trova libero sfogo.
Dietro lo humor nero da irriverente divertissement il regista svela una visione negativa sul rapporto (leggi lotta) tra sessi, dando vita a un mondo in cui le donne vogliono controllare la società e l’uomo. Una provocazione misogina, che lui dichiara però essere misantropa, allargandola ai signori uomini. La pellicola ha il potere di trasportare lo spettatore in un’altra dimensione, e se ci si lascia andare, il divertimento è assicurato. L’effetto è quello delle montagne russe: alte vette inventive e brusche cadute di stile e gusto…Film esagerato, grottesco, esilarante e pure pulp; astenersi impressionabili. Un potenziale guilty pleasure! Prendere o lasciare. VOTO 6+

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