Dragon Trainer 2 - Recensione


Dopo il successo di pubblico e critica riscosso dal primo capitolo nel 2010, tornano con una nuova avventura, il giovane vichingo Hiccup, ormai ventenne, il nero drago Sdentato e tutti gli abitanti del villaggio di Berk. Il grosso e grasso padre Stoick vorrebbe cedere la leadership della piccola comunità a Hiccup, ma il passato, e un nuovo temibile nemico, torneranno prepotenti a stravolgere la pace e i destini dei protagonisti. In questo episodio si punta molto sulla spettacolarità delle sequenze con un design grafico ancor più definito e dettagliato. Grazie al maggior budget, ci sono più draghi, più azione e più scene di battaglia, ed è purtroppo tangibile, l’impressione che si sia smarrita la spontaneità, e un po’ di poesia, del precedente film.

Pur osando temi maturi per una pellicola d’animazione, il risultato è innocuo e fragile, e anche la morale, sulla pacifica convivenza delle diversità, rimane sfuocata sullo sfondo. La costruzione narrativa ricorda troppe produzioni di genere, ed è assente quella volontà/capacità di uscire dagli schemi che aveva fatto la differenza, soprattutto nel definire i personaggi, che qui hanno poco spessore: vedi villain di turno. Dreamworks, pur confermando alla direzione lo stesso team artistico, si limita ad aggiungere invece che approfondire, e gli esiti ci consegnano un volo sfrenato sulle ali della fantasia, che però lascia un segno labile, come la scia di condensazione di un aereo, nitida ma evanescente. VOTO 6+

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