Ballata dell'odio e dell'amore - Recensione

Spagna 1937. Guerra civile spagnola. L’esercito interrompe lo spettacolo di un circo costringendo i pagliacci ad arruolarsi, il bambino Javier, figlio di uno dei clown, tenta di liberare il padre, ma nel tentativo il genitore muore. 1973. Javier da adulto trova lavoro come pagliaccio triste in un circo, s’innamora però dell’acrobata Natalia, già impegnata con il violento Sergio, il triangolo porterà a una follia efferata e deformante… Alex de la Iglesia, uno dei registi più talentuosi e visionari su piazza, sceglie l’allegoria circense per raccontare un periodo buio del suo paese, con molti rimandi cinefili: da Murnau a Hitchcock a “Freaks” di Tod Browning, ma anche “Il gobbo di Notre Dame” e a “La Bella e la Bestia”.
Dopo i magnifici titoli di testa, ci aspetta un caleidoscopio, visivo ed emotivo, originale e personale, che ha nell’eccesso la sua cifra stilistica, e nell’esagerata violenza quella espressionista. Un’opera visivamente molto carica, a tratti confusa, talvolta indigesta. Bizzarre iperboli, masochismo spietato, horror surreale, in un grottesco revisionismo storico in salsa pulp & trash; non poteva che piacere a Tarantino…che, infatti, l’ha premiato con il Leone d’argento alla Mostra di Venezia 2010. Un film che si ama o si odia; già cult. VOTO 7

Commenti

  1. io l'ho amato.mi è piaciuto molto alla mostra 2010,tanti mi danno della pazza. visivamente molto forte e la scena finale è pontentissima.concordo con te per il voto.

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  2. Sapevo che l'avresti amato! Quest'anno è uscito il nuovo film del regista: "Las brujas de Zugarramurdi" dove un gruppo di rapinatori si fronteggia con un gruppo di streghe....purtroppo ancora inedito in Italia, ma noi lo aspettiamo con ansia,vero?

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