Un giorno perfetto - Recensione

Ozpetek per il suo nuovo film mette in scena la cronaca crudele di una famiglia distrutta e di una tragedia annunciata, raccontando la storia di Emma e Antonio, coniugi separati, la cui passione ha ormai lasciato il posto ad un violenta ossessione. la novità è che per la prima volta Ozpetek porta sullo schermo un soggetto non originale, tratto dal romanzo di Melania Mazzucco; se questo da una parte gli permette di dirigere una storia con struttura, personaggi e situazioni nuove rispetto alle opere precedenti, dall’altra lo costringe a confrontarsi con un testo lontano dalla sua personale e autoriale sensibilità. il regista dirige il tutto, sin dall’inizio, con il massimo impegno, con lunghi piani sequenza stretti, inesorabili e carichi di presagi, aiutato dai bravi protagonisti (Mastandrea, Ferrari) e da comprimari di lusso (Sandrelli, Finocchiaro, Guerritore) confermandosi ottimo direttore d’attori anche con i bambini. Le buone intenzioni non bastano per fare un buon film, e purtroppo in questo caso i difetti superano i pregi; qualche ingenuità di sceneggiatura, dialoghi pretestuosi, un ritmo inversamente proporzionale al crescendo drammatico che il regista annaffia (affoga?) col melò, troppi personaggi secondari di cui si sa poco o nulla, e di cui sino alla fine si ignora la reale utilità, inoltre una musica (di Andrea Guerra) invadente e debordante. A poco servono i tocchi personali apportati alla storia, che anzi finiscono con lo stemperare la tensione provocando cadute di stile. l’assenza di passione rispetto alle opere precedenti è tangibile, la sensazione che i toni della storia non appartengano al regista pure, certo qualche emozione s’insinua nello spettatore ma è ormai ora dei titoli di coda. VOTO 5/6

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