Benvenuti a Marwen - Recensione


L’illustratore Mark Hogancamp (Steve Carell) subisce un brutale pestaggio fuori da un pub. In preda all’alcool aveva candidamente dichiarato a un gruppo di teppisti che gli piace indossare scarpe da donna. Sopravvissuto all’aggressione, l’artista costruisce un villaggio in miniatura abitato da bambole e soldatini, nel quale rifugiarsi con la fantasia. L’arte come terapia. Grazie al potere del suo talento artistico, Mark riesce ad affrontare fantasmi e a sconfiggere paure.Non basta un’interessante storia vera e gli effetti speciali in performance capture per fare un buon film. Soggetto e tecnica devono essere legati da una sceneggiatura che restituisca profondità.Dal regista di Forrest Gump ci aspettavamo qualcosa di più del pacchetto base biopic: frase iniziale “Tratto da una storia vera”+ agiografia + foto finale del vero Mark.Lo sceneggiatore Zemeckis, invece, si adagia sulla banalizzazione di situazioni e personaggi. Paradossalmente,  nella vita reale sono tutti buonissimi o cattivissimi, la realtà sembra più finta della fantasia, e i due mondi non vivendo di contrasti finiscono con l’implodere uno nell’altro. Tutto va come dovrebbe andare e il pubblico si annoia. Un’opera che colpisce, ma non coinvolge. VOTO 5,5

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