Non sposate le mie figlie - Recensione


Claude e Marie Verneuil, conservatrice coppia alto-borghese, hanno tre figlie sposate con un mussulmano, un ebreo e un cinese. La quarta sta per prendere marito, e annuncia ai genitori raggianti che è un cattolico, trascurando però che è africano e di pelle nera; è la goccia che fa traboccare il vaso…riuscirà la famiglia a rimanere unita? Quest’opera francese è uscita, con grande successo, in patria nel 2014, da noi solo dopo i drammatici fatti di Gennaio 2015 a Parigi, e oggi, le risate che strappa sono tutte a denti stretti e con un retrogusto amaro.

Quasi ci si emoziona a vedere certe situazioni di tensione culturale, ideali per toni e tolleranza, che si risolvono con una pacca sulla spalla. Il film crea gradevoli momenti ironici sfruttando i cliché del multiculturalismo (sempre nel rispetto del politically correct), ma finisce per arenarsi sugli stereotipi più abusati del genere, sposando figlie e strutture narrative trite, che affondano in telefonati dejà vu. Ci sono commedie che volano alto, e altre che restano solo “carine”, purtroppo questa rientra nel secondo caso. Rimane il messaggio, attuale e positivo: le differenze, di qualsiasi natura, devono unire e mai dividere. Speriamo... VOTO 6

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