Ida - Recensione


Siamo in Polonia nel 1962, Ida è una novizia che sta per prendere i voti, ma prima la madre superiora del convento la manda a confrontarsi col mondo esterno per capire se è pronta a un passo così importante. Incontra zia Wanda, giudice ed ex partigiana, che le svelerà le sue radici ebraiche e il suo passato. Entrambe si troveranno a un bivio, e dovranno fare delle scelte radicali. Film polacco del 2013, diretto da Paweł Pawlikowski in formato (quadrato) 1.37:1 e con un espressivo bianco e nero digitale, che donano alla pellicola un’allure classica, d’altri tempi. Un robusto dramma, dai toni cupi, che colpisce cuore e anima, lasciando spesso storditi.
Un road movie formativo, dalla doppia faccia, politica e poetica, che incanta con austera eleganza, e costringe protagonisti e spettatori a un dialogo interiore che cresce con la storia, fino a divenire pathos. Due mondi che si incontrano, che cercano di dare un senso alla loro vita, provando strade nuove, cercando la propria natura, al di fuori della realtà che li circonda. Un viaggio doloroso nella Vita e nella Storia, tra silenzi assordanti e prove esistenziali, ma anche un invito a un pensiero libero, aperto, alla speranza, sempre, e a ogni costo. VOTO 7,5

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