Super 8 - Recensione

Scritto da Abrams, l’ideatore di "Lost", e prodotto da Spielberg, è un omaggio ai film d’avventura di e per ragazzi dei primi anni ‘80, che trovarono il loro punto più alto nella poetica favola di “E.T.” dello stesso Spielberg, e il loro epilogo nello struggente e magnifico “Stand by me” di Rob Reiner. Un cinema ormai vintage, sospeso tra avventura e fantascienza, ma anche romanzo di formazione capace di commuovere; ancor lontano dagli eccessi del digitale. Nella prima parte la regia sorprende per la sincera passione con cui dirige trama e personaggi (brava Elle Fanning), e tra sentiti citazionismi, ironia e buon ritmo, coinvolge divertendo. Meno efficace e riuscita la seconda parte, in cui le fedeli citazioni lasciano il posto a banali ricalchi (vedi il finale), mentre alla schietta semplicità delle storie anni ’80 subentrano certe ridicole banalità da sci-fi anni ’60, forse un po’ troppo datate e indigeste per lo spettatore 2011. Un’operazione nostalgia in cui le lodevoli intenzioni non sono all’altezza del risultato, che manca il suo obiettivo più importante: ricreare quel senso di meraviglia, che forse se n’è andato con l’ingenuità di quegli anni. VOTO 6+

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