Una donna fantastica - Recensione



Santiago. Marina (Daniel per l’anagrafe) è una transessuale che convive col compagno Orlando, uomo divorziato di 57 anni. Alla morte naturale di quest’ultimo, inizierà per la giovane una lotta contro tutto e tutti, per veder riconosciuta la sua identità e i suoi diritti umani. Marina sarà costretta a scontrarsi con i troppi pregiudizi che purtroppo, da sempre, perseguitano le persone transgender. La donna si ritroverà a subire le conseguenze, fisiche e psicologiche, di una ghettizzazione sociale e istituzionale che l’ha etichettata come perversa e pericolosa. Quest’odio, però, non trae origine solo dalla diffidenza nei confronti del ‘diverso’, ma è radicato nella società e si nutre di stereotipi. A Marina è associata una connotazione prettamente sessuale, che suscita disprezzo e\o aggressività; in una parola: esclusione. Un’opera cilena, fresca vincitrice dell’Oscar al miglior film straniero, che vede tra i produttori il regista Pablo Larraín (Il club, Neruda, Jackie).
Il prologo evoca chimere, come viene a sua volta definita la protagonista, e sembra anticipare il ritmo ammaliante della pellicola. Se si esclude qualche superfluo simbolismo (specchi, fantasmi) e lo spreco di un bravo attore come Luis Gnecco, il regista Sebastian Lelio colpisce. La tensione è costante, la storia cattura e il personaggio principale è ben tratteggiato. Una regia più decisa avrebbe giovato: il messaggio sorpassa l’immagine. VOTO 6/7


TRAILER



Scheda tecnica
titolo originale
Una mujer fantástica
genere
drammatico
anno
2017
nazionalità
Cile, Spagna, Germania, Stati Uniti d'America
cast
Daniela Vega, Francisco Reyes, Luis Gnecco, Aline Küppenheim
regia
Sebastián Lelio
durata
100’
sceneggiatura
Gonzalo Maza, Sebastián Lelio


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