Francofonia - Recensione
Aleksandr Sokurov , uno dei più grandi registi contemporanei, dopo “ Arca russa ” e l'Ermitage di San Pietroburgo, ritorna in un museo: il Louvre di Parigi. Alternando abilmente un mix di linguaggi e una direzione sperimentale, come sua abitudine, il regista russo seleziona e combina rari filmati di repertorio a diversi formati, segni, suoni e visioni. Un equilibrio linguistico, che Sokurov spera diventi comune ai popoli del mondo per trovare una urgente e comune soluzione al grido d'allarme che lancia con quest'opera stratificata. Non si tratta quindi solo di un film, ma volendo accostare una definizione, lo chiamerei docu-arte. In questa nuovo lavoro, inoltre, il regista ci mette pure la faccia, e si vede collegato via Skype con il comandante di una nave-cargo carica di opere d'arte, che sfida i marosi di un oceano in tempesta. La struttura filmica è di fatto fornita dalla Storia, in primis l'occupazione nazista di Parigi (Giugno 1940), offrendoci così l'o