La paura mangia l'anima - Cult
Film tedesco del 1974, diretto da Rainer Werner Fassbinder. Anni ’70, Monaco. Emmi (Brigitte Mira), una sessantenne vedova e
sola, una sera entra in un bar frequentato da immigrati. Un po’ per scherzare,
Alì (El Hedi Ben Salem) giovane arabo e “lavoratore ospite”, invita la signora a
ballare. Da quel giorno i due iniziano a frequentarsi, e tra lo sgomento di
molti, e l’astio delle vicine arpie e della famiglia di lei, nasce una
relazione. Vi è quindi una pressione esterna che li emargina logorando gli
equilibri interni della coppia, ma senza la quale, forse, questo legame non troverebbe
la forza di essere unito contro tutto e tutti. Pervasa da una struggente
semplicità, che la rende ancor più vera, la pellicola fotografa una realtà
privata, che ha il coraggio di compiere delle piccole trasformazioni sociali. La composizione drammaturgica fa scontrare
l’interno e l’esterno, attraverso una continua e reciproca influenza, prima
prigioniera degli stereotipi e poi del più meschino conformismo.
La regia di Fassbinder è controllata e lineare, e non
a caso sarà un improvviso e dinamico zoom a preannunciarci la svolta narrativa.
Quest’opera è un melodramma dolce-amaro
con una tenera love story che svela l’ipocrisia, e l’opportunismo etico di
una società moralista, che rifiuta il diverso. Un film dagli iniziali toni
delicati, che poi provoca per denunciare, e ha il coraggio di infastidire le
coscienze di chi guarda, smascherandone i pregiudizi. Quando però la vicenda
sembra adagiarsi su di un accomodante buonismo, il regista rincara la dose con
della “sana” ambiguità”, che rimette in discussione il concetto stesso d’integrazione.
Un atto d’accusa a un paese che sembra aver dimenticato troppo presto le
conseguenze della sua Storia recente. Il
messaggio rimane ancor oggi attuale: chi, per paura del giudizio degli
altri, rinuncia alla propria libertà, diventa un vuoto a perdere. Un appello a
essere se stessi, anche se, come recita il motto che precede la visione: “La
felicità non è sempre piacevole”. CLIP
P.S.1: El Hedi Ben Salem, al tempo delle
riprese compagno del regista, morì in un carcere nel 1978, e Fassbinder gli dedicò
il suo ultimo film, “Querelle”,
girato poco prima di morire, nell’82.
P.S.2: Il regista si riserva un piccolo
ruolo, interpreta il genero di Emmi.
P.S.3: Per la trama che racconta, si può considerare
una variante di "Secondo amore" di Douglas Sirk, regista americano di origine svizzera, che col più
giovane collega tedesco condivideva una reciproca stima.
Scheda tecnica
Scheda tecnica
titolo
originale
|
Angst
essen Seele auf
|
genere
|
drammatico
|
anno
|
1974
|
nazionalità
|
Germania
Ovest
|
cast
|
Brigitte
Mira, El Hedi ben Salem
|
regia
|
Rainer
Werner Fassbinder
|
durata
|
93'
|
sceneggiatura
|
Rainer
Werner Fassbinder
|
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