Oceania - Recensione
Vaiana (in originale Moana) è
la figlia del capo villaggio di un’isola sperduta nel Pacifico. Nella placida
oasi iniziano, però, a scarseggiare frutta e pesce, e il richiamo dell’Oceano è
sempre più forte. La giovane, spinta anche dai racconti leggendari della nonna,
partirà per un’istruttiva avventura. Lungo il viaggio incontrerà il tamarro semidio
Maui, col quale affronterà i cattivi di turno. I registi Clements e Musker
(quelli de La sirenetta e Aladdin) debuttano nell’animazione CGI, ma l’attenzione
per l’immagine li distrae dalla storia, e ingabbia la loro creatività in una trama
lineare e prevedibile. Oceania possiede un’animazione ipertrofica, ricca di dettagli
strepitosi: colori vivaci, fondali rigogliosi, sfondi HD e una profusione di accattivanti
animaletti. Confezione Deluxe che, tuttavia, serve per nascondere un riciclo d’idee
e situazioni da smaltire nell’ennesimo, fotocopiato, classico Disney.
Una
ricchezza visiva, quindi, che non corrisponde a una profondità di testo. Troppe
canzoni inutili, molta noia, e presto si sprofonda nel mare dell’ovvio. Tanto
fumo - negli occhi - e poco arrosto. Si salvano solo alcuni momenti d’animazione
a tecnica mista, dove lo stilizzato disegno bidimensionale tatuato sulla pelle,
dimostra di aver ben più anima del cugino 3D. Unica felice intuizione
linguistica che coglie l’essenza comunicativa dei cartoni animati. Le nuove
eroine Disney e il loro femminismo d’accatto hanno ufficialmente stufato. La
ricerca di se stesse e della loro (presunta) emancipazione, possiede ormai la finta
unicità delle produzioni in serie. Povera Moana (Pozzi), da oggi, ogni volta
che in Italia qualcuno cercherà il suo nome su Google, uscirà anche il faccione
sbigottito della superflua Vaiana. VOTO 5+ TRAILER
Scheda tecnica
titolo originale Moana
genere animazione, avventura, musicale, commedia
anno 2016
nazionalità Stati Uniti d'America
regia Ron Clements, John Musker
durata 107'
sceneggiatura Jared Bush
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