La mia vita da zucchina - Recensione
Icar, detto Zucchina, è un bambino di nove anni rimasto
senza genitori che viene accolto in una casa famiglia. Il bimbo conoscerà così nuovi
amici, che come lui vengono da esperienze traumatiche che li hanno visti
trascurati o ancor peggio maltrattati. L’atmosfera è gotica e malinconica, e
tutti i piccoli protagonisti hanno delle occhiaie che farebbero invidia ai
personaggi di Tim Burton. Occhi grandi, spalancati verso un mondo ostile che li
rifiuta. La comune sofferenza li aiuterà, però, a trovar una strada comune di
fratellanza e solidarietà. La costante contrapposizione tra l’essenzialità
dello stile visivo, e la complessità dei temi trattati, creano un prodotto
unico nel suo genere; è quindi un’opera che merita la giusta attenzione. Un cartone
che declina gli ipercinetici ritmi dell’animazione mainstream e tratta temi
delicati come l’abbandono minorile, il bullismo e il sesso, da un punto di
vista infantile.
In poco più di un’ora il regista svizzero Claude
Barras ci trasporta in una stop-motion che rifiuta ogni classificazione, tanto che viene
spontaneo chiedersi quale potrebbe essere il pubblico di riferimento. Per tematiche e situazioni di certo è un
film consigliato a chi ha più di dieci anni d’età, non adatto a bambini più
piccoli. Gli adulti invece si devono abbandonare a un pizzico di follia,
necessaria per entrare in un inedito mondo e a cogliere tutte le sfumature di
una dura realtà. Un esercizio intellettuale, che grazie alla leggerezza di
alcune gag stempera i toni del dramma, e chiude con un messaggio di speranza
che restituisce ai suoi eroi l’affetto negato. VOTO 7 TRAILER
Scheda tecnica
titolo originale Ma vie de Courgette
genere animazione
anno 2016
nazionalità Svizzera, Francia
regia Claude Barras
durata 66'
sceneggiatura Céline Sciamma, Germano Zullo, Claude Barras e Morgan Navarro
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