Lion - La strada verso casa - Recensione


Saroo è un bambino indiano di cinque anni che nel 1986 sale per sbaglio su un treno e si ritrova a Calcutta, a ben 1.600 Km dal suo villaggio e dalla sua famiglia. Sopravvissuto alla violenza degli slum finisce in orfanotrofio per poi essere adottato da genitori australiani. 25 anni dopo, con ostinazione e un pizzico di Google Earth, ritroverà la strada verso casa. Il film è tratto da una storia vera, con tanto di protagonisti reali sui titoli di coda, ed è diretto dal regista aussie Garth Davis. Un’opera costruita su evidenti dualismi e contrasti visivi, fisici ed emotivi. Una pellicola nettamente divisa in due parti, la prima completamente sottotitolata la seconda doppiata in italiano. Una chiara separazione, non solo idiomatica, ma purtroppo anche qualitativa. Una sezione iniziale coinvolgente e la successiva infarcita di lacrimevoli cliché e insignificanti battibecchi amorosi (Rooney Mara è sprecata). Unico confronto di spessore nella seconda tranche, quello del protagonista (Dev Patel) con la madre adottiva interpretata da Nicole Kidman. Due performance di valore che hanno fruttato a entrambi gli attori la nomination all’Oscar. Quando la ricerca diventa ossessione, allontanando paradossalmente gli attuali legami affettivi, purtroppo l’empatia col protagonista si attenua e di conseguenza il coinvolgimento. Un film tanto ben fatto quanto furbo. VOTO 6  TRAILER




Scheda tecnica
titolo originale Lion
genere drammatico
anno 2016
nazionalità Australia, Stati Uniti d'America, Regno Unito
cast Dev Patel, Nicole Kidman, Rooney Mara, David Wenham
regia  Garth Davis
durata 118'
sceneggiatura Luke Davies

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