Il cliente - Recensione

A Teheran vivono Emad e Rana, una coppia di attori che porta in scena “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller. Causa l’imminente crollo del palazzo in cui vivono, i due si trasferiscono in una nuova casa. Una disattenzione, però, costringe Rana a subire un atto di violenza che metterà a dura prova certezze e valori, scatenando una serie di tragici eventi. Il nuovo film dell’iraniano Asghar Farhadi (Una separazione, Il passato) è ancora un “cinema di frontiera”, perché indaga il sottile confine tra giustizia e vendetta, vittima e carnefice. Nelle pellicole del cineasta, infatti, non esistono buoni e cattivi, ma solo esseri umani che come tali sbagliano. È incredibile l’abilità del regista nel trasformare dei piccoli gesti quotidiani nelle sliding doors del destino dei suoi personaggi. Il film è un thriller che esaspera i rapporti affettivi instaurando nello spettatore un’etica inquietudine.
Un’opera preziosa che parla di pudore e vergogna, sentimenti, purtroppo, sempre meno conosciuti in Occidente, come i forti dilemmi morali che scuotono i protagonisti. Il cliente, tuttavia, è anche sottile critica sociale dei retaggi culturali di un Paese, simbolicamente rappresentato da un condominio dalle fondamenta traballanti. E’ lo scontro di due visioni (maschile e femminile), due diversi modi di vivere i rigidi ruoli che impone la società. La doppia chiave di lettura del teatro-vita, invece, in alcuni snodi appare artificiosa, provocando dei cali di ritmo. E’ la storia di  una donna e un uomo nel controverso cammino che li porta a un comune disagio interiore; un percorso di sofferenza che stressa le dinamiche emotive e sociali imponendo una dolorosa mutazione. Non rimane che andare avanti, comunque in scena, ma il trucco c’è e si vede…VOTO 7+  TRAILER

Scheda tecnica
titolo originale  Forushande
genere  drammatico
anno 2016
nazionalità Iran
cast Taraneh Alidoosti, Shahab Hosseini, Babak Karimi
regia  Asghar Farhadi
durata 125'
sceneggiatura Asghar Farhadi

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