Mommy - Recensione
Finalmente, viene distribuita in Italia un'opera di Xavier Dolan! Questo è già il quinto film girato dell'enfant prodige canadese, che quest'anno ha compiuto soli 25 anni (!) e con “Mommy” ha vinto il Gran Premio della Giuria a Cannes. La storia: Diane vive col figlio di 16 anni Steve, che soffre di una forte iperattività che lo rende spesso violento e lo mette nei guai. A portare un po' di equilibrio nella famiglia, l'arrivo della nuova vicina di casa, la docile e balbuziente Kyle, ma basterà? L'autore, nonostante la giovane età, ha già sviluppato uno stile dai tratti ricorrenti e riconoscibili, tipici di un artista più maturo.
Dolan enfatizza l'emotività di alcune sequenze con l'uso sfacciato di note hit musicali, che sottolineano le pulsioni, alte e basse, di una famiglia allo sbando. I suoi personaggi, disperati ma vitali, sono qui “rinchiusi” in un lungo e stretto formato 1:1, che ricorda lo schermo di uno smartphone (!), e giorno dopo giorno lottano per una vita felice in 16:9, ma per continuare a sperare si devono aggrappare a sogni sfuocati di normalità. Dolan dirige una pellicola che trasuda Cinema, regalando almeno un paio di sequenze che entrano di diritto nella storia della Settima Arte, e poco importa se c'è qualche lungaggine o ingenuità, è figlia di un genuino, spontaneo e generoso talento. VOTO 7,5
P.S.: Dello stesso regista vi consiglio di recuperare l'opera prima “J'ai tué ma mère” del 2009, che parla sempre di un rapporto tormentato madre-figlio adolescente, che qui nasconde alla famiglia la sua omosessualità ed è interpretato dallo stesso regista. Un'opera sentita e autobiografica.
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