Il ragazzo invisibile - Recensione

Michele (l'esordiente Ludovico Girardello) è un ragazzo che vive a Trieste, e a scuola deve fare i conti coi bulli. Dopo una festa a casa di Stella, per la quale ha una cotta, scopre di avere il super potere dell'invisibilità. Questa incredibile facoltà gli permetterà di conoscere meglio se stesso, e di scoprire un passato che ignorava. Bisogna dire che Salvatores è uno dei pochi registi italiani a mettersi in gioco, e ad aver il coraggio di cercare nuove strade nell'asfittico cinepanorama italiano. All'artista, va inoltre riconosciuto il merito di riproporre il film per ragazzi, genere sparito dagli schermi, dove sembrano ormai esistere solo due tipi di pubblico: bambini e adulti. Gli elementi succitati però non si traducono (ahimè) in pregi, ma casomai in attenuanti, per un film dall'esito inferiore alle attese.
Quest'opera fantastico-formativa strizza l'occhio ai cine-comics U.S.A, ma si limita a scimmiottarne i modelli (i cattivi russi, il protagonista sfigato, la porta aperta per un sequel) senza eguagliarne il credito, né trovando una propria identità. I cambi di registro sono troppi e repentini, molti personaggi di contorno hanno lo spessore di una parodia, gli snodi narrativi soffrono di un didascalismo sfiancante. Certo, rimane l'orgoglio per un fantasy made in Italy, e un progetto ambizioso anche nel marketing (escono pure romanzo e graphic novel!) che va comunque sostenuto. Troppi i limiti, tanti i difetti, per un prodotto, onestamente, modesto...peccato. VOTO 5,5

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