L'amore bugiardo - Gone girl - Recensione
Siamo nel
Missouri. Amy Dunne (Rosamund Pike) scompare da casa sua la mattina del 5
luglio, e da subito viene sospettato il marito Nick (Ben Affleck). Lei è una
scrittrice di libri per bambini, lui è rimasto senza lavoro e sembra aver
troppi scheletri da nascondere. Quella che era vista come la coppia ideale,
forse non lo era…Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Gillian Flynn, e
sceneggiato dalla stessa scrittrice, ma forse avrebbe giovato dell’intervento
di un vero screenwriter per evitare alcune incongruenze nella trama, che
indeboliscono, non poco, il plot mistery. Film thriller che conferma la vena
provocatoria di David Fincher, con brevi ma incisivi rimandi hitchcockiani, ma
anche satira morale, che gioca con gli stereotipi di una società omologata,
sempre più stressata dalle aspettative di una vita “perfetta”, e ingabbiata dalle
convenzioni sociali.
Il matrimonio è visto come l’ultimo valore comune in
grado di essere credibile e di trasmettere empatia, ma sarà proprio così? La
pellicola è anche però un robusto atto d’accusa verso i meccanismi diabolici
dei media, pronti a creare eroi e mostri, che a loro volta li usano per
restituire un’immagine di sé, ormai, sempre più distorta. Grande
interpretazione di Rosamund Pike, la sua espressività traccia tutta la cupa e
vasta gamma degli stati d’animo di un cinico gioco al massacro. La regia di
Fincher stupisce nei dettagli, è sempre più sicura e riconoscibile nella sua
inquietante eleganza, e ci consegna un’opera stratificata, morbosa e unica, che
sfugge ai generi, sfida la logica e agita l’animo. VOTO 7+
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