Ghost in the Shell (2017) - Recensione

Nel 1995 usciva il film d’animazione “Ghost in the Shell”, adattamento del manga di Masamune Shirow e vera pietra miliare della corrente cyberpunk. Oggi, invece, esce una versione live action con protagonista Scarlett Johansson. La storia è (quasi) la stessa: nel 2029, l’essere umano ha la possibilità di sostituire parti del proprio corpo con innesti sintetici che lo potenziano. La minaccia più grave è rappresentata dal cyber terrorismo, contro il quale si schiera la Sezione 9 della polizia. La squadra è comandata dal Maggiore Mira, una giovane cyborg dal misterioso passato umano. Questo nuovo lungometraggio è una sorta di “greatest hits”, perché raccoglie i migliori momenti visivi del primo capitolo e dei due sequel; una scelta produttiva quantomeno discutibile. E il contenuto? A voler esser buoni potremmo dire che il testo originale è stato semplificato, ma credo che in questo caso il verbo corretto sia svilire. Le componenti esistenziali e filosofiche vengono rimpiazzate da una più generica ricerca delle proprie origini.
E’ vero, il regista Rupert Sanders ha il buongusto di fermarsi prima che il tronfio budget deragli verso i modelli più beceri del blockbuster sparatutto, ma non basta. Laddove l’anime nipponico creava affascinanti margini di riflessione, la versione statunitense serve spiegoni esplicativi a prova d’adolescente. Certo nessuno si aspettava un salto qualitativo, ma nemmeno che la produzione si adagiasse sui cliché del genere sci-fi, riproponendo immagini e situazioni viste mille volte. Non a caso, le uniche sequenze che catturano lo sguardo sono quelle riproposte in copia carbone dal  capolavoro di Mamoru Oshii. Se a questo aggiungiamo lo spreco, in ruoli inadeguati, di Juliette Binoche e Takeshi Kitano, la delusione è servita. Troppo Shell e poco Ghost; non ci siamo. VOTO 5  TRAILER


Scheda tecnica
titolo originale Ghost in the Shell
genere azione, drammatico, fantascienza, poliziesco, thriller
anno 2017
nazionalità Stati Uniti d'America
cast Scarlett Johansson, Takeshi Kitano, Michael Pitt, Juliette Binoche
regia    Rupert Sanders
durata 106'
sceneggiatura  Jamie Moss, William Wheeler

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