Elle - Recensione
Michèle
(Isabelle Huppert) è l’algida manager di una Videogame Company. Lei vive sola,
in un’elegante villa a Parigi nella quale irrompe uno sconosciuto mascherato che
la violenta. La signora però non denuncia l’accaduto, scegliendo di coprire i
segni della violenza. Il regista olandese torna alle origini pre-Hollywood, con
un film d’autore europeo che provoca la moralità dello spettatore. Come in “Basic
Instict”, Paul Verhoeven racconta le pulsioni sadomaso di una femme fatale
anaffettiva, che sin dal titolo palindromo ci trascina in un percorso al
contrario verso, appunto, i peggiori istinti primordiali. Nell’incipit la regia
obbliga lo spettatore a un punto di vista inerme che lo esclude dall’azione, ma
gli restituisce tutto il potere dello sguardo con una vigorosa soggettiva
finale, che ha il compito di levare ogni privata e depravata maschera. Tra
masturbazioni che simboleggiano la nascita di una malata perversione e un’infanzia
spezzata da tragici eventi, Isabelle Hupert è sublime nell’interpretare una
psicologia così complessa e sfaccettata, rendendola affascinante e credibile
nonostante l’ambiguità di mille stati emotivi.
Il film è costruito su una sceneggiatura folle e scomoda,
che riesce a far convivere più generi e livelli di lettura, grazie ai suoi bizzarri
personaggi, prigionieri del proprio desiderio. Non mancano le stoccate all’alta
ipocrisia dell’alta borghesia, mentre sullo sfondo il mondo religioso -
rappresentato da una vicina - cela i suoi rifiuti dietro la forza dell’immagine
e di un’impeccabile raccolta differenziata. Sembra incredibile ma quest’opera amorale
e grottesca, in perenne bilico tra thriller, black comedy e b-movie erotico,
possiede la più virulenta, ossessiva e coerente autorialità dell’intera
stagione cinematografica. Cinema allo stato puro. VOTO 9 TRAILERScheda tecnica
titolo originale Elle
genere thriller, commedia
anno 2016
nazionalità Francia, Belgio, Germania
cast Isabelle Huppert, Laurent Lafitte, Anne Consigny
regia Paul Verhoeven
durata 130'
sceneggiatura David Birke
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