Il padrino parte II - Capolavoro
Film del 1974
diretto da Francis Ford Coppola, e seguito del grande successo di critica e
pubblico del primo capitolo. Opera che, secondo molti, supera il predecessore; di
sicuro uno dei più grandi film del cinema americano e il miglior sequel della storia del cinema. Vincitore di 6 premi Oscar, tra cui Film, Regia e
Attore non protagonista a Robert DeNiro,
che diventa l’unico ad aver conquistato un Academy Award interpretando lo
stesso ruolo che aveva già portato a una vittoria. Due le elissi narrative:
inizio Novecento, dalla Sicilia a New York, la genesi del gangster Vito
Corleone (DeNiro). 1958: tra Nevada, Miami e Cuba la fame di potere divora il
neo patriarca Michael (Al Pacino) e
la sua famiglia. Il linguaggio virtuoso e la propulsione creativa di regia e
sceneggiatura, danno corpo a un confronto epico e temporale tra padre e figlio,
che possiede il pomposo e rigoglioso impianto stilistico di un potente e
monumentale romanzo. Un’opera d’arte
che ha il vigore evocativo di un’oscura tragedia shakespeariana, e che si
distingue per l’accurata ricostruzione sociale e soprattutto per il notevole approfondimento
della componente psicologica. Capace di scavare nell’animo, nelle
contraddizioni e nelle angosce dei suoi personaggi, tanto da farci entrare in
empatia con questi uomini e donne, anche se gli ideali che professano spesso
sono criminali.
Una cronaca domestica che diventa elegia: ogni agguato, morte, perdita è un passo verso il baratro e il progressivo crollo delle proprie certezze. Un quadro che ritrae avidità e meschinità, alternando crescendo epici a diminuendi malinconici. Una visione che ammalia, incanta e strega lo spettatore. Una pellicola impegnativa ma affascinante, che alterna immagini fastose alla ricerca disperata di rispettabilità e onore. Al Pacino è bravissimo nel cogliere la crisi esistenziale del suo personaggio, e l’inconciliabilità tra capitalismo e affetti: l’ascesa economica che diventa tramonto affettivo e morale. Il protagonista è sempre più viscido, corrotto, maligno e SOLO, e pur consapevole del dissidio interiore che lo affligge, non riesce a prendere le distanze da un mondo che lo sta logorando. Nel finale sprofondiamo nel cupo sguardo di Michael, che soffoca i suoi dubbi in un silenzio che si dissolve nel buio, e nell’incapacità di essere qualcosa di diverso e migliore.
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