Forza maggiore - Recensione
Una famiglia
svedese, talmente curata che sembra uscita da uno spot, si concede una
settimana bianca sulle Alpi francesi. Durante un pranzo sulla terrazza
dell’albergo, una valanga sembra investire Tomas (Johannes Kuhnke) ed Ebba
(Lisa Loven Kongsli) con i loro due figli. Per fortuna non succede nulla, tutti
stanno fisicamente bene, ma il comportamento del padre, che fugge dinanzi al
fenomeno improvviso, abbandonando i parenti, getta scompiglio negli equilibri
di coppia, e l’apparentemente lindo nucleo familiare si scopre pieno di lati
oscuri…Il regista svedese Ruben Östlund, ha uno stile lucido e geometrico che
mi ha ricordato Kubrick. Due gli elementi a favore di questo paragone: le
inquadrature fisse con una simmetria e un’attenzione maniacale per la
prospettiva, e l’uso funzionale ed emozionale della musica classica, qui
Vivaldi, per SK, solo per citare i più famosi, il Beethoven di “Arancia Meccanica” o lo Strauss di “2001: Odissea nello spazio”.
Östlund si diverte a mettere in discussione i ruoli, ma
anche il crescente smarrimento dei genitori di oggi, forse più attratti dai
vacui legami virtuali: il padre nella sua fuga si porta lo smartphone, ma non
la famiglia. Un film che mette sotto la lente d’ingrandimento l’attuale stato
di salute morale della specie umana, evidenziandone l’imperante egoismo. La rigorosa
messa in scena, infatti, sottolinea la centralità dei personaggi nella ripresa,
con campi, che però, col procedere della storia, diventano sempre più lunghi. I protagonisti saranno ancora più sovrastatati
e in balia dell’ambiente che li circonda, ma più s’immergono nella natura più
si allontanano dalla loro indole, in modo artificioso. Di forte impatto visivo
anche il finale, la cui incisività dichiara quasi un vigore pittorico, che
ricorda “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo. Sarà vera unione e fratellanza, tra
moglie e marito? Rimane certo lo stile coerente e da tener d’occhio del giovane
regista, che con un uso elegante delle immagini, ma anche calibrato di luci e
suoni, valorizza tutte le potenzialità del Cinema. VOTO 7,5
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