I fratelli Sisters - Recensione
Oregon, 1851. Charlie ed Eli (John C. Reilly e Joaquin Phoenix), sono
due fratelli killer professionisti. Lo spietato commodoro (uno sprecato Rutger
Hauer) li paga per torturare e uccidere un giovane chimico trovato dal detective
Morris (Jake Gyllenhaal). Il regista francese Jacques Audiard, al suo primo
film americano, si confronta con un genere dai toni lontani rispetto alla sua
cifra stilistica. Ritornano, tuttavia, i temi ricorrenti della ricerca di se
stessi e della propria affermazione, in sintesi di una nuova vita. Il
risultato, come suggerisce il titolo, è un ossimoro: un western esistenzialista
che mette in scena due coppie parallele che si scoprono convergenti. Un
inseguimento tra passato e futuro che genera un presente beffardo. Il motore
della vicenda è rappresentato da una fratellanza affettiva, ma anche utopista,
che unisce e fa crescere. Il mito della frontiera non è mai stato così umano.
Una vita in fuga è una vita vissuta? Forse val la pena ritagliarsi un angolo di
tranquillità per rifletterci. VOTO 7+
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