Cold War - Recensione

Nella Polonia del dopoguerra, la giovane Zula viene scelta per esibirsi in una compagnia di canti e danze popolari. La ragazza inizia una relazione col direttore del coro, il più maturo Wiktor. I due sono destinati a rincorrersi attraverso l’Europa, in costante fuga dal loro peggior nemico: la Guerra Fredda. Cold War è un cerchio perfetto, con una circonferenza lunga 15 anni (dal 1949 al 1964), che contiene tutto il caos di una storia d’amore impossibile. Se ognuno di noi è lo specchio del mondo che abita, e delle sue infinite variazioni, ecco allora che Wiktor e Zula si amano a Parigi, Varsavia, Berlino, in un eterno peregrinare attraverso nazioni, musiche e amanti, uniti da una passione tanto viscerale quanto distruttiva. Dopo l’Oscar per Ida (2013) Pawel Pawlikowski s’impone definitivamente come autore di riferimento. Il regista rende omaggio all’espressionismo visivo del miglior cinema muto, costruendo un quadro profilmico (formato 4:3) dalla maniacale composizione. Spesso ci si scopre sbalorditi. Dal punto di vista testuale, invece, Pawlikowski punteggia il racconto con splendide ellissi, dopotutto, ogni amour fou è fondato sull’implicito, e così la narrazione predilige l’episodico. Dall’abile sintesi e con mirabile forma, ecco a voi uno dei film più premiati dell’anno*. VOTO 7/8

·        *Miglior regia al Festival di Cannes
·        Cinque European Film Awards (Film, Regia, Attrice, Sceneggiatura, Montaggio)
Scelto nella shortlist tra i candidati all’Oscar come miglior film straniero

TRAILER

GENERE

Drammatico

DURATA

1 ora e 29 minuti

NAZIONALITÀ

Polonia

REGISTA

Pawel Pawlikowski

INTERPRETI

Joanna Kulig, Tomasz Kot, Agata Kulesza, Borys Szyc

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