Coco - Recensione

Miguel Rivera è un bambino messicano con la passione per la musica e il bel canto, arti proibite nella sua numerosa famiglia matriarcale. Il nuovo film d’animazione Pixar è ambientato in Messico nel suggestivo giorno di El Dia de los Muertos. Un’ambientazione inedita e tematiche più dark rispetto agli altri prodotti Disney. Ogni sequenza è però arricchita da costanti pennellate di vivido colore e da trascinante musica latina. Un cartoon “viaggio emotivo di formazione”, che invita a diffidare dei falsi miti, alla consapevolezza delle proprie radici e a preservare la memoria di chi non c’è più. Un’eterna lotta tra ricordo e oblio già messa in scena ne Il Libro della Vita, altra animazione con location in Messico. La sceneggiatura però si sviluppa in molte sottotrame, rendendo la visione tortuosa e poco comprensibile per i bambini.
Queste frequenti diramazioni della storia obbligano lo spettatore a perdersi in qualche lungaggine che, nella parte centrale, sconfina anche in momenti di noia. Il vero problema è che Coco è un racconto che manca di coerenza: un soggetto adulto che si vuol rendere appetibile ai più piccoli con l’innesto di tipici elementi di genere, come per esempio i coloratissimi animali spirito guida. Proprio in queste situazioni cade nel prevedibile. Vista la cura di background, character design, effetti visivi e per le emozioni che regala nel finale, è un film da vedere, ma che non lascia la voglia di ri-vederlo. VOTO 6+

P.S.: Il cortometraggio coi personaggi di Frozen che precede la visione è troppo lungo (21 minuti!) rispetto ai miseri contenuti. Una bonus feature di sconfortante inutilità. 

TRAILER

Scheda tecnica
titolo originale  Coco
genere  animazione, fantastico, commedia, drammatico
anno 2017
nazionalità Stati Uniti d'America
regia  Lee Unkrich, Adrian Molina
durata 109'
sceneggiatura Adrian Molina

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