Scappa - Get Out - Recensione
Chris, giovane fotografo di colore, parte per un
weekend in campagna con la nuova fidanzata bianca. L’obiettivo è presentarsi ai
suoceri bianchi, nessuno però conosce l’etnia del ragazzo. Chris è preoccupato,
e non a torto... L’attore comico Jordan Peele debutta alla regia con questo sorprendente
horror politico che per lucidità rimanda ai capostipiti anni ’70. Non fermatevi agli archetipi del genere,
guardate oltre. Sin dal primo agguato, la canzone Run Rabbit Run
c’introduce al mood dell’opera, svelandoci che ci saranno un cacciatore e una preda.
Il cineasta ci mostra, inoltre, l’inversione di marcia di un’auto bianca,
ideale metafora di estrema attualità, che fotografa la nascita di nuove
striscianti forme di razzismo. Ai tempi dello schiavismo l’odio razziale
nasceva dalla presunta inferiorità dei neri, oggi, invece, in una società dedita
al culto dell’immagine e del corpo, scaturisce dalla superiorità fisica
riconosciuta alle persone di colore. Attenzione, oltre la superficie ipocrita
c’è un vuoto che cattura. La soggettiva diventa schermo, e un meraviglioso
quadro nel quadro. L’esterno diventa interno, e noi insieme a Chris, rimaniamo
inermi a guardare la s(S)toria che procede.
I danni del razzismo, quindi, non sono stati solo fisici, ma soprattutto psicologici, limitando spesso la volontà di agire. Il protagonista fotografo simboleggia lo sguardo, che a sua volta identifica lo spettatore, non a caso spesso siamo costretti a osservare proprio coi suoi occhi. Sarà, infatti, una fotografia e uno “Scappa!” a segnare la svolta narrativa. Get Out rivela dunque una solida architettura ideologica e una forte componente metacinematografica, elementi che lo elevano dal genere. Attraverso un costante contrasto cromatico tra bianco e nero, il regista ci svela l’orrore che s’insinua nella quotidianità, ma i cattivi non sono un gruppo di neo-nazisti, bensì quegli stessi liberali che hanno votato Obama. Il risultato è una satira feroce verso la classe media americana, un urlo sopra le tensioni sociali, un film urgente. VOTO 7,5
TRAILERI danni del razzismo, quindi, non sono stati solo fisici, ma soprattutto psicologici, limitando spesso la volontà di agire. Il protagonista fotografo simboleggia lo sguardo, che a sua volta identifica lo spettatore, non a caso spesso siamo costretti a osservare proprio coi suoi occhi. Sarà, infatti, una fotografia e uno “Scappa!” a segnare la svolta narrativa. Get Out rivela dunque una solida architettura ideologica e una forte componente metacinematografica, elementi che lo elevano dal genere. Attraverso un costante contrasto cromatico tra bianco e nero, il regista ci svela l’orrore che s’insinua nella quotidianità, ma i cattivi non sono un gruppo di neo-nazisti, bensì quegli stessi liberali che hanno votato Obama. Il risultato è una satira feroce verso la classe media americana, un urlo sopra le tensioni sociali, un film urgente. VOTO 7,5
Scheda tecnica
titolo originale
|
Get Out
|
genere
|
thriller
|
anno
|
2017
|
nazionalità
|
Stati Uniti d'America
|
cast
|
Daniel Kaluuya, Allison
Williams, Catherine Keener, Caleb Landry Jones
|
regia
|
Jordan Peele
|
durata
|
103'
|
sceneggiatura
|
Jordan Peele
|
Commenti
Posta un commento