Alien Covenant - Recensione
Nel precedente Prometheus, nell’anno 2089, la scoperta di una mappa stellare
dava inizio a un viaggio spaziale che nel 2093
permetteva di raggiugere un misterioso pianeta. La ricerca dell’origine della
vita portava però alla scoperta di una minaccia per l’intera umanità. In questo
secondo prequel siamo nel 2104 e un’astronave
solca il cosmo con l’obiettivo di colonizzare un pianeta, ma un destino avverso
incombe. Prosegue la marcia temporale di avvicinamento al film capostipite
della saga, che era ambientato nel 2122.
A unire i due prequel, l’androide David (Michael Fassbender) utile anche per snocciolare
qualche prevedibile dubbio esistenziale. Anche in questo nuovo episodio Ridley Scott rifà se stesso, ricalca gli schemi narrativi del
primo Alien eppur inciampa in leggerezze e incongruenze.
Vecchie idee accostate a spiegoni etico-filosofici e a
qualche citazione dall’originale: il gadget drinking bird, Mother la voce dell’astronave.
Il regista, preso dalla stessa smania di creazione del protagonista, realizza un
ibrido con Blade Runner, riprendendo con svogliata ispirazione il tema delle
macchine pensanti. In tal senso, Fassbender si strugge in un doppio ruolo
sospeso tra umana follia nazista e sintetica autocoscienza, peccato che il
confronto intellettuale col suo doppio si risolva in una scazzottata alla
Terminator. L’aver aggiunto sangue e sequenze splatter non compensa la sensazione
di claustrofobico terrore percepita nei precedenti capitoli e la prevedibilità
della trama favorisce la sonnolenza. L’ennesimo sterile blockbuster da
dimenticare. VOTO 5 TRAILER
Scheda tecnica
titolo originale Alien: Covenant
genere azione, fantascienza, thriller, orrore
anno 2017
nazionalità Stati Uniti d'America
cast Michael Fassbender, Katherine Waterston, Billy Crudup, Demián Bichir
regia Ridley Scott
durata 122'
sceneggiatura John Logan, Dante Harper
Commenti
Posta un commento