Le armonie di Werckmeister - Capolavoro
Film ungherese in b/n del 2000, diretto
da Béla Tarr. In un piccolo paese dell’Ungheria, a spezzare la placida armonia,
giunge un container che trasporta un’enorme balena. Un’attrazione presentata da
un ospite speciale: il principe, ambiguo predicatore, che scuote le masse,
scatenandone la violenza. Personaggio chiave è il giovane János Valuska (Lars
Rudolph), che dopo l’intenso ed evocativo incipit, in cui spiega l’eclissi
solare agli avventori di una desolata osteria, accompagna lo spettatore, col
suo profondo sguardo, nel cuore della storia. A commento delle scene iniziali,
e di altre indimenticabili sequenze, la strepitosa musica, vibrante e
coinvolgente, scritta da Mihály Víg.
La regia magistrale è valorizzata dalla splendida
fotografa in bianco e nero, che Béla Tarr adopera per elevare l’espressionismo
della messa in scena, la cui architettura, ha spesso una tale potenza visiva,
da lasciare sbalorditi. Una decadenza di corpi e ideali, che sfocia in uno
squilibrio morale e umano, in un muto disordine sociale, e in una caccia alle
streghe che per asprezza, costruzione e simbolismi delle immagini, rimanda agli
orrori dell’olocausto. Racconto filosofico, in cui l’enorme balena, uccisa,
offesa, ignorata, rappresenta la saggezza, la memoria, forse Dio, o tutti quei
valori, che col sopruso, l’Uomo, ha ormai tradito. Pura arte visiva, sospesa in una dimensione, onirica e ipnotica,
chiamata cinema.
P.S.: Il titolo
del film fa riferimento al compositore tedesco Andreas Werckmeister (1645-1706).
Egli coniò il termine "buon temperamento", per designare qualsiasi
sistema di accordatura che permetta di suonare in tutte le tonalità (fonte: Wikipedia).
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