Apes Revolution - Il Pianeta delle Scimmie - Recensione
Dieci anni dopo
la battaglia di San Francisco, narrata nel precedente episodio, il virus diffuso
dai primati ha infettato tutto il mondo. I pochi umani rimasti vivono rinchiusi
in quartieri di città post-apocalittiche, e le scimmie nelle foreste adiacenti alle
metropoli, guidati dal loro leader: Cesare. Quando però le due razze entrano in
contatto, prevalgono odio e violenza, rendendo vano ogni tentativo d’integrazione.
Sarà caos e guerra. Le premesse socio-politiche della storia, purtroppo, vengono
presto abbandonate dal regista Matt Reeves (Cloverfield), che si adagia su più
facili e rassicuranti schematismi da blockbuster, rendendo la trama spesso
prevedibile, e talvolta pure scontata.
Regia che si rivela debole anche nella direzione d’attori:
il protagonista Jason Clarke attraversa tutto il film con la medesima
espressione basita, e a Gary Oldman è assegnato un personaggio che ha lo
spessore di una carta velina (sic!). Il film è però convincente nell’ambientazione
e ha ottimi effetti speciali, che donano all’espressività degli evoluti primati
un’intensità sorprendente; meno efficace l’uso della colonna sonora, impiegata
più per enfatizzare che per accompagnare. Lo spettacolo è assicurato, la
denuncia sui perversi meccanismi di potere dell’essere umano, invece, risulta
più fragile. Un onesto prodotto di genere, che preferisce l’intrattenimento
alla riflessione: peccato. VOTO 6-
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