Il silenzio degli innocenti - Capolavoro
Clarice Starling (Jodie Foester), giovane recluta del FBI è incaricata di far visita in carcere a Hannibal Lecter, (Anthony Hopkins) psichiatra pluriomicida, per ottenere informazioni su un serial killer denominato Buffalo Bill che scuoia donne. Le ottiene, ma in cambio di uno scambio d’informazioni: ”quid pro quo, Clarice”. Il film doveva essere diretto e interpretato da Gene Hackman, che però una volta letto il copione lo bocciò perché troppo violento. Il produttore Kenneth Utt che aveva finanziato “Qualcosa di travolgente” e “Una vedova allegra... ma non troppo” diretti da Jonathan Demme, decise di affidare a lui la regia; quindi, un regista di sole commedie per un thriller-horror… Utt però la sapeva lunga e l’umanità di Demme si rivelò l’arma vincente per entrare nella psiche di personaggi così complessi. Per il ruolo di Clarice si era da subito candidata Jodie Foster, ma Demme propose la parte a Michelle Pfeiffer, che la rifiutò*. Una modesta produzione (solo 19 milioni $) che uscì con la dicitura “A major motion picture” per far capire al pubblico che non si trattava di uno slasher movie di serie B.
All’uscita in sala fu subito successo di critica e pubblico, incassi ottimi e pioggia di premi, fino al trionfo dei 5 Oscar principali, terzo film nella storia dopo “Accadde una notte” e “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. Personaggi e situazioni entrano nella cultura popolare generando parodie, citazioni, omaggi e scopiazzature. Un classico dell’horror contemporaneo, pervaso da una continua atmosfera di tensione e minaccia, che ha ridefinito gli elementi del genere thriller, portandolo a livelli altissimi. Basta citare la maestria di alcune scene per capirne l’importanza; la fuga di Lecter, il montaggio incrociato nel sottofinale che confonde la percezione dello spettatore o lo scontro finale, 6 intensi secondi con montaggio ad alta frequenza. Un raffinato e geniale gioco psicologico che diede un calcio all’estetica cinematografica del periodo, imponendo un nuovo linguaggio, più asciutto e attento ai dettagli. Un vero capolavoro.
*Nello stesso anno rifiutò pure “Thelma e Louise”…sic!
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